La vita politica cittadina si è fermata.Nessuno sembra pensare ai disagi esistenti in città, tutti in altre faccende affaccendati.Alcuni si limitano a diffondere comunicati stampa che lasciano il tempo che trovano, perché in realtà nascono su un a tastiera e muoio sulle pagine dei giornali, senza trovare poi riscontro nelle azioni.A quanto pare assessori e consiglieri comunali sono tutti alla caccia di un candidato che sia credibile.Dimenticando che si può e si deve programmare, agire.Nel Pd, tutti sono impegnati all’individuazione di qualcuno che riporti credibilità ad un partito che agli occhi dell’opinione pubblica pare davvero aver perso lo smalto di un tempo.In quel che resta del centrodestra si cerca di mettere insieme più anime possibili per poter affrontare le amministrative.Tutto questo dimenticando addirittura che il prossimo 17 aprile si vota per il referendum.In pochi, davvero in pochi hanno inteso sottoporre all’attenzione dei cittadini il significato che assume il quesito referendario per la città e per l’intero territorio.Verrebbe quasi da chiedersi perché…L’attenzione di tutti è concentrata sul toto nomi.Se ne sfornano un’infinità e ci viene il sospetto che sia tutto premeditato, costruito, come se di fondo ci fosse la consapevolezza che tutti quelli tirati in ballo avrebbero prima o poi rifiutato.Si ha addirittura l’impressione che in realtà non si voglia cambiare nulla.Quel che è certo è il fallimento della politica.E non poteva essere altrimenti.Perché la politica vera costruisce, programma e non distrugge e lo fa all’interno delle sedi di partito e negli enti che governa.E’ il caso di dire che: da quando i partiti sono degenerati sono iniziati i malanni della nostra società.Qualcuno è pronto a scommettere che a Crotone si è voluto attirare l’attenzione sul toto nomi per distrarre il cittadino e fare accordi sottobanco, facendoli passare per cambiamento.Si perché, diciamocelo francamente negli anni a Crotone la politica ha lasciato il posto al clientelismo, agli accordi che hanno fatto la fortuna di pochi.Una popolazione vittima di se stessa perché non sa più farsi rispettare, facendosi calare tutto dall’alto.In pochi, purtroppo ancora troppo pochi provano a reagire.Il lamento è la pratica che più di tutte viene esercitata da un popolo che si è lasciato convincere che solo “chiedendo” ciò che in realtà dovrebbe essere un diritto è possibile vivere.Tutti o quasi tutti, storditi dal fumo che viene buttato sugli occhi.Assuefatti ad un modello di vita che uccide le speranza e non lascia spazio alla libertà.

Il Volpone: Tra accordi e toto nomi il rischio è che nulla cambi
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