Il 14 ottobre 1996 è una data che fa venire i brividi ai crotonesi ogni volta che si avvicina. È una ferita ancora aperta nei cuori di chi ha vissuto quel giorno terribile, un tragico capitolo nella storia di Crotone che non potrà mai essere dimenticato.
La pioggia torrenziale che si abbatté sulla città in quella fatidica giornata portò con sé una furia inarrestabile, una furia che nessuno poteva prevedere né arginare. Le acque dell’Esaro, sotto la pressione delle precipitazioni, gonfiarono a dismisura il loro corso, travolgendo ogni ostacolo che si frapponeva sul loro cammino. Il ponte che un tempo collegava quartieri storici venne spazzato via come un fragile giocattolo, e la distruzione che ne conseguì fu devastante.
Sei vite furono spezzate in un attimo, sei vite piene di sogni e speranze che svanirono tragicamente. Paolo, Angela, Luca, Bruno, Luca e Michela, nomi che ancora oggi risuonano nella memoria di tutti i crotonesi. Le loro facce sorridenti e le loro storie interrotte prematuramente sono un costante ricordo di quanto sia fragile la vita umana e di quanto siano imperscrutabili le forze della natura.
Non è solo una data nel calendario, il 14 ottobre è un’emozione che si risveglia ogni anno, un nodo in gola, una lacrima nascosta. Eppure, è importante ricordare, è importante che Crotone non dimentichi mai quella tragedia. È un dovere verso le vittime e le loro famiglie, è un tributo alle persone che hanno sofferto e lottato per riprendersi dopo quella terribile alluvione.
Nonostante siano passati 27 anni, molte questioni rimangono irrisolte. Le opere di messa in sicurezza, i progetti di prevenzione, spesso sono rimasti incompleti o dimenticati. Le cicatrici di quell’alluvione sono ancora visibili in molte zone della città, in particolare nel quartiere Fondo Gesù, dove gli abitanti vivono con il costante timore di una nuova catastrofe.
Ogni anno, in occasione del 14 ottobre, Crotone si ferma per ricordare le vittime e per riflettere sulla necessità di rafforzare la sicurezza idraulica della città. È un momento di unione, in cui i cittadini si stringono attorno alle famiglie delle vittime e si impegnano a lavorare insieme per evitare che una simile tragedia si ripeta.