Le forze dell’ordine hanno effettuato oggi l’esecuzione di misure cautelari in carcere e ai domiciliari nei confronti di due presunti truffatori responsabili di oltre 20 truffe online, per un totale di circa 28.000 euro. L’operazione è stata coordinata dal Procuratore Camillo Falvo e ha coinvolto i Carabinieri della Stazione di Vibo Marina e l’Aliquota della Guardia di Finanza della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Vibo Valentia.
I due arrestati, residenti a Pizzo e Soriano Calabro, sono accusati di aver commesso una serie di truffe ai danni di persone residenti in diverse regioni italiane tra il 2018 e il 2023. Il loro modus operandi era simile a quello di un altro presunto truffatore seriale di Vibo Marina, già sotto processo. Pubblicavano annunci su noti portali del settore, offrendo case vacanze a Tropea, Cortina d’Ampezzo e Jesolo che in realtà non esistevano.
Le vittime, interessate dalle offerte, contattavano i truffatori telefonicamente e venivano convinte a versare una caparra su conti correnti intestati ai presunti truffatori. Le caparre variavano da poche centinaia a 3.000 euro, a seconda della trattativa. I truffatori inviavano anche falsi contratti di locazione per rendere la truffa più credibile. Solo quando le vittime arrivavano sul posto, si rendevano conto che la casa per le vacanze non esisteva e che era impossibile contattare gli inserzionisti.
Le misure cautelari eseguite oggi sono il risultato del lavoro costante della Procura nel riunire i procedimenti penali, un metodo efficace per evidenziare la gravità delle condotte contestate ai due presunti truffatori. Trattando le violazioni separatamente, non sarebbe stato possibile raggiungere una soglia di pericolo sufficiente per giustificare la restrizione della libertà personale.
Gli inquirenti continueranno le indagini per verificare se i due arrestati siano coinvolti in altre truffe simili e se abbiano agito autonomamente o con il supporto di una rete criminale che offre servizi online. Le truffe online sono particolarmente insidiose poiché minano la fiducia e la libertà di scelta dei cittadini, soprattutto quando avvengono a distanza.