Sanità in piazza a Catanzaro. Alcune centinaia di operatori delle strutture ospedaliere pubbliche e private calabresi, in stato di agitazione, hanno risposto alla chiamata delle segreterie generali regionali della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil. Bandiere e striscioni hanno foderato tutta l’area. Tra i manifestanti anche i rappresentanti dei sindacati medici. Obiettivo della mobilitazione di protesta esigere risposta alle tante criticità e ai numerosi problemi che assillano il comparto e che nell’ultimo anno e mezzo sono stati ulteriormente aggravati dalla pandemia. Inadeguatezza della gestione commissariale, carenza di personale resa ancora più acuta dalle mancate assunzioni determinate dal blocco dei concorsi, mancata corresponsione del premio Covid, proroga dei contratti ai precari, mancato accreditamento alle strutture private; e poi ancora: Livelli essenziali di assistenza, questione bilanci, piani di fabbisogno e tanto altro. I segretari generali regionali Angelo Sposato (Cgil), Tonino Russo (Cisl) e Santo Biondo (Uil) e i segretari generali regionali di categoria Alessandra Baldari (Fp Cgil), Luciana Giordano (Cisl Fp), Elio Bartoletti (Uil Fpl) sono stati ricevuti dal commissario ad acta per la Sanità in Calabria, Guido Longo.
“Nel settore della sanità – afferma un operatore dell’ospedale di San Giovanni in Fiore, nosocomio di montagna alle prese con un lento e continuo ridimensionamento – ci vuole un reset di tutta l’organizzazione sanitaria. Mancano gli operatori e soprattutto i medici per la gestione ordinaria del lavoro. Da noi, ad esempio, c’è un solo anestesista che è prossimo alla pensione. La medicina tenta di tamponare ma è dura, di fatto non c’è più ormai una vera identità di ospedale”. Stessa situazione che si vive a anche ad Acri, altra struttura periferica. “La situazione è quella che è – aggiunge un altro precario – siamo senza personale e allo sbando”. “Noi a Castrovillari – fa eco Antonio Papasso, tecnico di laboratorio – dovremmo essere 15 in pianta organica e invece siamo in sette. Ci sono stati dei pensionamenti senza alcun rimpiazzo. Eppure si continuano a pretendere i servizi senza personale. C’è una carenza di professionisti sanitari in Calabria che è impressionante. Se si vuole davvero operare per raddrizzare la barra della sanità bisogna investire sul personale”. In piazza anche i medici dell’intersindacale dell’azienda ospedaliera di Cosenza. “A parte la situazione critica – sostiene Rodolfo Gualtieri della Cisl medici – nella nostra regione il commissariamento non solo a livello regionale ma anche per quanto riguarda le aziende sta creando ulteriori problemi. I commissari infatti badano solo ed esclusivamente alla gestione del bilancio mentre di sviluppare le aziende non importa proprio nulla. Intanto al pronto soccorso del nostro ospedale siamo al limite della garanzia della sicurezza degli utenti”. “Il Servizio urgenza emergenza medica 118 svolge un ruolo fondamentale nella qualità delle prestazioni sanitarie del sistema sanitario regionale calabrese, per questo deve essere tutelato e rilanciato”. Lo afferma Roberto Pititto, segretario regionale del Sindacato medici italiani annunciando l’adesione e la partecipazione dello Smi Dirigenza alla mobilitazione di oggi di Cgil, Cisl e Uil, su temi del rilancio della sanità in Calabria. “Il Governo e il Commissario alla Sanità – prosegue – ci devono dire come le risorse del Recovery Plan, in particolare quelle della Missione salute, sosteranno il Suem 118 e le funzionalità dei pronto soccorso in tutta la regione Calabria. Chiediamo, al contempo, che vengano pienamente valorizzate le professionalità afferenti alla dirigenza medica, tanto esposte in questa fase di emergenza sanitaria. Tutto questo dovrebbe valere sia per il comparto pubblico che per la sanità privata accreditata. C’è bisogno di un forte rilancio delle professioni sanitarie, pena l’abbandono o la migrazione dei nostri professionisti verso paesi esteri. Nel Mezzogiorno e in Calabria, alla luce della pandemia da Covid 19, è quanto mai urgente predisporre un piano di assunzioni straordinarie per sconfiggere il precariato in sanità”. “Puntare alla stabilizzazione dei precari, eliminare l’insicurezza lavorativa in sanità – conclude Pititto – sono le condizioni essenziali per assicurare i diritti ai professionisti medici e sanitari e, allo stesso tempo, garantire il diritto alla salute per tutti i cittadini calabresi”.