Uscite di scena le Usca, la Regione Calabria decide di istituzionalizzare l’esperienza acquisita istituendo le UCA (Unità di continuità assistenziali) con una nuova legge, già approvata dal Consiglio Regionale, che ne fissa l’istituzione e la mission, attribuendo al Commissario ad acta l’adozione di linee guida.
Le Uca avranno il compito di “consentire ai medici di medicina generale o al pediatra di libera scelta o al medico di continuità assistenziale di garantire l’attività assistenziale ordinaria e contenere il ricorso ai pronto soccorso ospedalieri, anche in considerazione del perdurare del Covid-19”. Ne verrà attivata una ogni 50.000 abitanti, all’interno dei servizi di continuità assistenziale delle strutture delle Aziende sanitarie provinciali anche per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid- 19 che non necessitano di ricovero ospedaliere, in continuità di esercizio con le istituite Unità speciali di continuità assistenziale che hanno operato fino al 30 giugno 2020.
Le Uca, per il momento, rappresenteranno dunque una sorta di prosecuzione delle Usca, ma la loro esperienza non resterà necessariamente ancora al Covid. La legge prevede, infatti, che entro il 30 settembre 2022 la Regione adotti “un apposito atto di indirizzo per la conferma o la variazione dell’ubicazione delle Unità di continuità assistenziale, in relazione al diverso fabbisogno espresso dal territorio”.
La legge interviene poi per sanare alcune contraddizioni normative della sanità calabrese, ad esempio là dove assegnava alle aziende sanitarie una autonomia gestionale e ma non imprenditoriale, che invece ora viene acquisita, anche per l’Azienda Zero. Modifiche, inoltre, al comma 1 dell’articolo 7 della legge regionale 19 marzo 2004, n. 11, allo scopo di aggiunge agli organi delle aziende della salute il “collegio di direzione” del quale la precedente legge non aveva tenuto conto.