La riforma della scuola è “incostituzionale, il Parlamento non ha voluto ascoltare e ora è corsa alla Consulta. Lombardia, Calabria e Puglia stanno vagliando la possibilità di seguire l’iniziativa del Veneto, che ha impugnato la Legge 107/15 alla Corte Costituzionale perché la regione viene scavalcata su competenze esclusive come formazione professionale e dimensionamento della rete scolastica”. Lo evidenzia l’Anief, secondo cui stanno anche prendendo quota le iniziative popolari di raccolta firme per arrivare al referendum, su cui si vorrebbero far esprimere i cittadini italiani in primavera. L’associazione ricorda di aver sostenuto da tempo l’incostituzionalità della “Buona scuola” anche in occasione delle audizioni davanti alle Commissioni parlamentari. Sono in particolare “ad alto rischio” di una bocciatura da parte della Consulta “la chiamata diretta dei docenti, la nuova figura del preside-sceriffo, il blocco degli stipendi e il piano straordinario di immissioni in ruolo che lascia vivo il precariato e costringe migliaia di precari ad essere assunti fuori regione oppure a non presentare domanda per non rischiare l’epurazione”. “Dello stesso avviso – fa notare l’Anief- sono diversi giuristi ed esperti. E tutto ciò era stato ben evidenziato dalla commissione Affari Costituzionali del Senato che, a giugno, nel corso dell’esame della legge, mandò pure sotto la maggioranza”.

Riforma incostituzionale
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