Richieste di condanne per oltre 200 anni di carcere sono state formulate dal pm Antimafia Debora Rizza nel processo “Borderland”, scaturito dalla operazione del novembre del 2016 contro la cosca dei Trapasso di San Leonardo di Cutro.
20 gli imputati nel processo pendente presso il Tribunale di Catanzaro. Oltre quattro secoli di carcere sono stati inflitti agli altri indagati, coinvolti nella inchiesta e giudicati, in primo grado, con il rito abbreviato nel dicembre 2018. Queste le richieste del pm Rizzo: Aiello Gregorio, 17 anni-Aiello Salvatore, 10 anni – Bianco Antonio, 18 anni- Borelli Vito, 20 anni – Colosimo Giovanni, 16 anni – De Fazio Maurizio, 17 anni-Greco Francesco, 12 anni-Dimeti Clodian, 18 anni;
Russo Rolando, 10 anni-Zofreo Massimo, 21 anni-Stanizzi Salvatore, 3 anni-Falbo Carmine, 4 anni-Valenti Carcea Emanuele, 6 anni-Iaquinta Domenico, 4 anni-Scandale Salvatore, 6 anni e 8 mesi-Muto Filomena, 6 anni-Ben Salah Riadh, 6 anni-Pezzano Monica, 6 anni-Gareri Giuseppe 1 anno e 4 mesi-Grimaldi Luigi, 2 anni.
Nel corso dell’operazione, del novembre 2016, gli uomini della Squadra Mobile di Catanzaro smantellarono la cosca di ‘ndrangheta facente capo alla famiglia Trapasso – egemone sul territorio di confine (“Borderland”) tra le provincie di Catanzaro e Crotone – e la ‘ndrina collegata dei Tropea.
Dalle investigazioni si risalì agli interessi delle cosche, con solidi legami con le cosche reggine e vibonesi oltre che con quelle crotonesi, sulle attività economiche della zona, con riguardo particolare ai numerosi villaggi turistici, una fiorente attività di esercizio abusivo del credito e di usura ed una capillare pressione estorsiva sugli imprenditori talvolta concretizzatesi nella apprensione dei beni delle vittime da parte della consorteria malavitosa.
Si è poi evidenziata l’infiltrazione, da parte del sodalizio, di apparati politico-amministrativi locali.
L’operazione portò agli arresti 48 persone tutte accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsioni, violazioni in materia di armi, illecita concorrenza con violenza o minaccia, esercizio abusivo del credito, intestazione fittizia di beni, tutti reati aggravati dalla modalità mafiose e dalla finalità di avvantaggiare l’organizzazione criminale oggetto delle indagini.
Nel luglio del 2018 il Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’interno Marco Minniti, deliberò lo scioglimento del Consiglio Comunale di Cropani (Catanzaro). L’inchiesta portò in carcere, tra gli altri, anche il vicesindaco di Cropani (CZ) Francesco Raffaele Greco, evidenziando possibili influenze del clan nelle elezioni amministrative del 2014.
La parola ora passa al collegio difensivo composto dagli avvocati: Marco Rocca, Massimo Scuteri, Pietro Pitari, Gianni Russano, Salvatore Rossi, Nicola Catafora, Salvatore Staiano, Salvatore Perri, Romolo Villirillo.
(foto archivio)