Accolta dal Tar della Calabria la richiesta di sospensiva presentata con il ricorso di alcuni associati Anisap. Si tratta di un primo stop dalla magistratura all’ufficio del commissario per il piano di rientro: il Tar di Catanzaro, ha sospeso il decreto numero 78 e fissato l’udienza di merito al 3 settembre 2015. Il decreto 78, emanato lo stesso giorno del decreto che stabilisce i budget per le strutture accreditate, fissa lo schema tipo del contratti da far firmare alle strutture sanitarie accreditate. L’associazione ha pertanto invitato i propri iscritti a non firmare accordi. Sulla base di questa azione e in virtù dell’incontro che l’Ansia ha fissato con i suoi associati potrebbero arrivare nuove azioni giudiziarie. La situazione potrebbe dunque evolversi, nel frattempo è stata richiesto un incontro urgente affinché vengano sospesi i decreti varati. Una vicenda che nasce dall’esigenza di trasparenza in un comparto di fondamentale importanza. Al commissario ad acta più volte era stato chiesto che rendesse noti i criteri adottati nell’utilizzo dei budget alle cliniche private convenzionate con il servizio sanitario regionale con il decreto 80 del 6 luglio scorso. Lo stesso presidente della regione Calabria, Mario Oliverio aveva chiesto il ritiro del decreto mentre al senato e al parlamento sono state presentate ben due interrogazione, in cui si parla di scarsa trasparenza. Chiarimenti che sono stati chiesti a massimo Scura anche dal tavolo di verifica ministeriale. La questione venne inoltre affronta dal direttivo regionale Aiop (l’associazione che raggruppa buona parte delle strutture accreditate) che ha ribadito «la richiesta di acquisizione degli atti relativi alla istruttoria svolta per l’emanazione del DCA 80 relativo alla ripartizione dei fondi per l’assistenza ospedaliera 2015». Molte strutture hanno presentato ricorso al Tar e al Consiglio di Stato, sulla base di alcune sentenze di casi analoghi in Regioni sottoposte a piano di rientro. Questo , si legge su “Il Quotidiano della Calabria” del 26 luglio u.s, perché a diversi associati dell’Aiop i conti continuano a non tornare. Da una parte il sub commissario Urbani ha dato disposizioni alle Asp di fare delle proposte favorendo le strutture che erogano i primi 37 Drg a forte mobilità passiva, dall’altra non solo alcune Asp, come Cosenza, non hanno fatto proposte così come avveniva negli anni scorsi, ma addirittura sono state esautorate perché l’assegnazione era stata fatta già prima della riunione con i titolari della cliniche. Quindi, conclude “Il Quotidiano della Calabria”, il risultato ottenuto sembra essere quello che qualcuno, per ragioni politiche, abbia voluto avvantaggiare alcune strutture rispetto ad altre e alterare la libera concorrenza tra privati. In particolare ad avere ricevuto un budget superiore rispetto ad altri sono state poche strutture, una di queste è “Villa dei Gerani” di Vibo con 5 milioni di euro rispetto ai circa 3 milioni del 2014 e 2,6 milioni del 2013. Poi ci sono due cliniche di Cosenza appartenenti al gruppo Igreco, imprenditori da meno di un anno entrati nel settore rilevando tre cliniche private andate in crisi negli ultimi anni, anche per i tagli subìti per effetto del piano di rientro. Si tratta delle cliniche “Madonnina”, “Sacro Cuore” e la clinica di riabilitazione “Madonna della Catena”. Il budget della prima è stato confermato in toto pari a 5,5 milioni, quello della clinica “Sacro Cuore”, diventato l’unico punto nascita privato della provincia di Cosenza, ha avuto 5,3 milioni, contro i 4,3 nel 2014 e i 5,3 nel 2013. E poi c’è la “Madonna della Catena” che ottiene 7.8 milioni di euro per il 2015, erano 5,8 milioni nel 2014 e 4,9 milioni nel 2013.
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