Ordinanza di sgombero per alcune famiglie residenti in via Colla a causa dell’ennesima voragine apertasi sotto un palazzo adibito a civile abitazione. “Nulla di straordinario: prima o poi le acque si riprendono gli spazi che qualcuno ha tentato di sottrargli”. Non la manda certamente a dire Carlo Tansi, responsabile della Protezione Civile regionale, a margine dell’ennesimo sopralluogo nel territorio petilino dove, accompagnato dall’architetto Franco Trovato e dall’ingegnere Sebastiano Rocca dell’ufficio tecnico comunale, dai Vigili Urbani e del Fuoco e dalla Protezione civile cittadina, non ha potuto fare altro che chiedere ad alcune famiglie di lasciare le proprie abitazioni. Nella consapevolezza che, nonostante i recenti lavori relativi alla raccolta di alcune acque bianche completati nel 2015, la situazione dell’intero quartiere rimane a rischio. Il fatto scatenante si è materializzato nella tarda mattinata quando, nel corso di alcuni scavi all’interno di un magazzino, un’ampia voragine si è aperta sotto il pavimento di un palazzo. Come gli anziani ricordano, nei pressi di via Colla almeno fino agli anni ’60 del secolo scorso esisteva un fiumiciattolo utilizzato per la produzione di energia elettrica. Ad un certo punto, nella stessa zona, il fiume ed alcuni oliveti sono stati sostituiti da palazzi di quattro, cinque piani in gran parte costruiti abusivamente su un terreno notoriamente franoso. Le acque del fiume? Ricoperte alla meglio peggio, senza nessun serio intervento di regimentazione. Lo scempio è durato sino ai primi anni ’90 con la complicità di una politica che invece di tutelare il territorio ha preferito fare spallucce, prevalentemente per motivazioni elettoralistiche, consentendo a tutti di fare tutto in un’anomia generalizzata che, oltre allo scempio urbanistico, ha fatto la fortuna economica di numerosi legali. Le costruzioni, costruite senza nessuna licenza, venivano, infatti, bloccate e sbloccate in pochi giorni in cambio di una sanzione pecuniaria di circa 500.000 lire. A distanza di anni, molti di quei palazzi sono rimasti i completi, “trasparenti” come li ha descritti un filmato di Masino Medaglia e, con l’arrivo dell’autunno, il rischio di crolli diventa concreto anche senza piovute eccessive.
Francesco Rizza