“Il desiderio che mi abita è quello di favorire un atteggiamento di ascolto reciproco”. Lo ha detto il nuovo arcivescovo di Cosenza, mons. Francescantonio Nolè, nel corso dell’omelia pronunciata durante la messa del suo insediamento. “Vescovo e sacerdoti, sacerdoti e laici, genitori e figli, e tutti insieme – ha aggiunto – ascoltare ed accogliere pazientemente i desideri e i bisogni dei poveri, degli ultimi, dei giovani in cerca di lavoro e di verità, in ascolto delle domande profonde e inquietanti che ci vengono dalla società e dalle periferie, dalle carceri e dagli ospedali, dalle case per anziani e dagli immigrati, dalla cultura e dal creato”. Mons. Nolè ha poi evidenziato che “sono consapevole che all’inizio del ministero di ogni nuovo Vescovo vi è l’attesa delle prime parole, dei primi gesti, del primi propositi pastorali, per questo motivo ho voluto sostituire il Vangelo odierno con quello dei Discepoli di Emmaus, che mi sembra emblematico del cammino della Chiesa e della stessa società civile. Grazie per essere qui. Grazie a Mons. Salvatore Nunnari per l’amicizia, l’affetto e la fraterna sollecitudine di cui mi ha fatto dono negli anni passati e, ancor più, negli ultimi mesi, ma grazie soprattutto per aver guidato la Chiesa Cosentina. Ringrazio tutti i Confratelli Vescovi presenti e i tanti assenti fisicamente, ma vicini con la preghiera, con l’affetto e il sostegno fraterno. Ringrazio i Fedeli, i Sacerdoti, i Diaconi, i Seminaristi, i Religiosi, i Sindaci e le Autorità di ogni ordine e grado della Diocesi di Tursi- Lagonegro e della Regione Basilicata”. “Il tempo dedicato – ha proseguito – alla formazione umana e spirituale dei figli deve essere senza tempo e senza misura, abbracciando tutti i momenti della vita familiare, per tornare ad essere la prima palestra della vita per l’apprendimento delle verità morali, umane e spirituali, con i genitori nella doppia veste naturale di educatori e di primi catechisti per i loro figli. Nella famiglia dove si prega, si legge il Vangelo, si educa ai valori veri della vita, lì c’è Dio, fondamento e certezza della fedeltà, della fecondità e della perseveranza dell’amore coniugale. Presbiterio e famiglia sono anche i due Sacramenti più provati e insidiati in questo tempo in cui sembra che non ci sia più nulla di definitivo e per sempre. Il nostro è un tempo in cui tutto appare mutevole e provvisorio; dove le incertezze e certi sbandamenti sembrano fare da padroni sia nel clero che nelle famiglie. E, compiendosi in scelte morali errate, con stili di vita che vanno nel senso opposto alla vocazione originaria, divengono la ragione del grave danno che subisce non solo la Chiesa di Cristo, ma la stessa società civile”. “In questo contesto oso chiedere – ha concluso – anche la collaborazione degli amministratori e dei politici, della scuola e dell’università, delle famiglie e delle associazioni ecclesiali e civili, per un rinnovato patto educativo, che ci veda tutti impegnati a mettere al centro delle nostre attenzioni, la persona, la sua dignità, il rispetto della legalità e il bene comune”.

Nuovo Vescovo a Cosenza
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