Beni immobili e finanziari per duecentomila euro sono stati sequestrati dalla Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria ad un imprenditore di Villa San Giovanni, Pasquale Calabrese, di 69 anni, coinvolto nell’inchiesta della Dda reggina denominata ‘Sansone’ a conclusione della quale, nel 2017, è stato rinviato a giudizio per associazione mafiosa, con il relativo processo che è ancora in corso.
Il decreto di sequestro è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della stessa Divisione Anticrimine della Questura. Calabrese, secondo quanto è emerso dall’inchiesta ‘Sansone’, è ritenuto partecipe alla cosca Zito-Bertuca. Nella qualità di imprenditore, Calabrese avrebbe avuto il compito di esaminare il panorama economico, riferendo al sodalizio ogni nuova iniziativa intrapresa affinché i vertici della cosca facessero pervenire le richieste estorsive. In questo modo, secondo la Dda di Reggio Calabria, avrebbe contribuito in modo volontario e senza alcuna pressione’ alla cosiddetta ‘bacinella’ della cosca, ossia alla
cassa comune della ‘ndrangheta.
A detta della Dda, inoltre, Calabrese avrebbe stretto ‘precisi accordi con il capo cosca Pasquale Bertuca’, impegnandosi con lui ‘a conferire al sodalizio parte dei guadagni e degli utili di impresa, senza sottostare ad alcuna forma di imposizione e ricevendone in cambio protezione e partecipando talvolta ai proventi estorsivi’.
A carico di Calabrese era gia’ stato eseguito un sequestro preventivo di beni, disposto dal gip distrettuale di Reggio Calabria sempre nell’ambito dell’inchiesta ‘Sansone’, ma il provvedimento, nel gennaio del 2020, era stato annullato senza rinvio dalla Corte di cassazione. (ANSA).