“La morte di Riina non e’ la morte della mafia, che e’ cambiata, ma c’e'”. Cosi’ Marco Minniti, intervistato da ‘Repubblica’. Il ministro dell’Interno lancia quindi un appello ai partiti per un “patto di civilta’”: “Le
mafie votano e fanno votare. In nome della democrazia tutti i partiti sottoscrivano un impegno solenne, un rifiuto esplicito di ricercare e ricevere il voto delle mafie”.
Su Riina Minniti ribadisce “l’atteggiamento dello Stato, che non gioisce perché esprime una normale pietà civile verso un morto, e soprattutto non perdona perché non dimentica cosa ha rappresentato quel morto nella nostra storia”. Sul fatto poi che sia morto lasciando molti segreti il ministro specifica di non voler commentare indagini in corso come quella sulla trattativa Stato-mafia ma “un grande Paese non deve mai
rinunciare alla ricostruzione della propria storia. Non c’e’ democrazia senza verita’”.
Ora, per Minniti bisogna insistere per sconfiggere “per sempre” la mafia e “questa guerra si vince con il concorso di tre ‘eserciti’. Il primo e’ lo Stato” che deve ricercare i latitanti, “é essenziale arrestare Matteo Messina Denaro”, attaccare i capitali mafiosi e controllare il territorio. Il secondo esercito sono i cittadini: “senza partecipazione popolare questa guerra non si vince” e il terzo “il piu’ importante, é la politica che deve rifiutare il voto delle mafie”.

Marco Minniti: Rifiutare i voti della mafia, i partiti si impegnino

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