Ci si chiede come mai, ad oltre un mese dalla scellerata approvazione della mozione che ha visto il comune pronunciarsi contro il DDL Zan, Legge di civiltà contro l’omotransfobia e la disabilità, la Commissione Pari Opportunità non abbia pensato di riportare la discussione, almeno questo, in seno al palazzo comunale
Il primo articolo del regolamento della commissione in questione richiama l’Articolo 3 della Costituzione Italiana che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”. Già questa prima precisazione “obbliga” o “dà l’opportunità” ai componenti della Commissione di ampliare i confini delle loro azioni ma il concetto viene rafforzato in maniera più chiara nel comma 4 dove viene esplicitato che: “La Commissione si propone, inoltre, di promuovere le pari opportunità verso ogni tipo di discriminazione”.
Quindi, riprendendo la domanda iniziale, chiediamo:
• Come mai la commissione pari opportunità, composta da consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione e da esperti esterni anch’essi nominati da forze di maggioranza e opposizione, non ha ritenuto opportuno riprendere una discussione che possa fare uscire la città, e i suoi cittadini, dal pantano razzista, omofobo e intollerante nella quale è stata proiettata?
• Come mai non si fanno promotori di questa istanza alcuni degli esperti esterni nominati da forze progressiste che, a loro dire, vogliono rappresentare una idea reale della vita delle persone dove viene garantita la libertà di espressione culturale, sessuale, religiosa e non razzista e bigotta? Una visione laica, come il nostro stato dovrebbe essere.
Questa ultima domanda la rivolgiamo anche ai consiglieri comunali che si sono fatti garanti di questo pensiero progressista prendendo consensi e voti. Il loro silenzio fa paura, ed è colpevole. Speriamo che rinsaviscano e che in uno scatto di dignità rilancino il tema dei diritti civili e delle libertà di espressione oppure si dimettano per non essere riusciti ad esprimere una posizione coerente su questi temi, forse intrappolati in un ingranaggio che ne ha modificato valori ed ideali.
Liberi per Crotone