Lettera aperta all’Ill.ma Ministra on. LorenzinIn Calabria, mediamente, ogni anno, sono ben 60 mila i cittadini costretti a recarsi in altre regioni per potersi curare. La spesa che sostiene la Regione Calabria, da pagare alle aziende sanitarie di altre regioni – in particolare: Lazio, Lombardia, Sicilia ed Emilia e Romagna – si aggira intorno al milione ed 800 mila euro.Il paradosso di questa assurda situazione sta nel fatto che, in Calabria, non vi è carenza di strutture sul territorio, anche dal punto di vista qualitativo. Ed allora succede che o per beghe politiche o per altri misteriosi motivi, alcune strutture non ottengono l’accreditamento. O, pur ricevendolo, non riescono ad ottenere il budget per potere operare.E’ il caso del Marrelli Hospital che si trova nella città di Crotone. Una struttura all’avanguardia ad indirizzo poli-specialistico medico-chirurgico. Un centro di eccellenza in chirurgia oncologica e generale.Nonostante la presenza di questo importante presidio sanitario, i pazienti dell’hinterland crotonese che non possono permettersi le cure a pagamento, sono costretti ad emigrare. Una situazione inconcepibile, dato che la Regione Calabria deve pur pagare le prestazioni ricevute dai calabresi ad altre aziende sanitarie.A tal punto ci si domanda:– perché non evitare molti dei “viaggi della speranza” disponendo che gli ammalati possano curarsi nella propria regione?– perché continuare a versare soldi ad altre regioni, mentre versandoli a strutture calabresi si verrebbero a creare dei posti di lavoro?Per i suddetti motivi – Ill.ma On. Ministra – La pregheremmo vivamente di cercare di intervenire al fine di normalizzare l’incresciosa situazione. In modo che la Calabria possa risalire nella cosiddetta “griglia lea” – vale a dire: il[r1] [r2] buon funzionamento sanitario in Italia – dato che, ora, è posta in fondo alla classifica.In tale fiduciosa attesa, La ringraziamo e Le porgiamo i sensi della nostra stima e molti ossequiRodolfo Bava

Lettera aperta all’Ill.ma Ministra on. Lorenzin. In Calabria strutture sanitarie in “coma” (di Rodolfo Bava)
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