L’Istat rileva che a giugno aumenta la disoccupazione, a luglio cresce la spesa delle famiglie e nel secondo trimestre di quest’anno il Pil sale leggermente.
A giugno il tasso di disoccupazione è al 10,9%, in aumento di 0,2 punti su base mensile. La stima delle persone in cerca di occupazione a giugno registra un aumento del 2,1% (+60mila). Il numero dei disoccupati è così pari a 2 milioni e 866 mila. Invece nell’arco dei dodici mesi la disoccupazione “cala lievemente”, “mantenendosi sui livelli della fine del 2012”. Mentre il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a giugno risale, risultando pari al 32,6%, in rialzo di 0,5 punti percentuali su maggio.
L’istituto di statistica fornisce anche i dati del cosiddetto carrello della spesa, e cioè della spesa delle famiglie, I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, a luglio sono saliti al 2,3% (dal 2,2% di giugno). Continuano “le tensioni sui prezzi dei prodotti di largo consumo”, segnalando ad esempio come i prezzi dei vini salgano del 6,8% su base annua. “L’ulteriore accelerazione dell’inflazione – precisa l’Istat – si deve prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici regolamentati (che invertono la tendenza da -1,2% di giugno a +5,3%), solo parzialmente bilanciata dal rallentamento della crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,9% a +1,7%)”. Quanto ai prezzi della pasta, pur diminuendo su giugno e decelerando in termini tendenziali, registrano ancora un’inflazione “sostenuta” (+4,6%).
Infine il nostro prodotto interno lordo nel secondo trimestre il Pil italiano è salito dello 0,2% sul trimestre precedente e dell’1,1% su base annua. C’è dunque un rallentamento della nostra economia. Infatti nel primo trimestre la crescita congiunturale era stata pari allo 0,3% in termini congiunturali e all’1,4% su base annua. L’Istituto distatistica aggiunge infine che “la variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di un aumento sia in quello dell’industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2018 è