Nella sala polivalente, Falcone e Borsellino, il 30 settembre si è tenuta la presentazione del libro di Salvatore Anastasio “Il profumo del pane di Cutro”. Un lieto evento cutrese, cosi si può definire la presentazione d’un libro a cui l’autore ha lavorato per anni, segnando appunti, prendendo note, facendo riaffiorare i ricordi della sua infanzia sino all’età adulta. Ricordi di famiglia, intensi e struggenti, un profumo, quello del pane di Cutro, che ha segnato un’epoca in un territorio, qual è quello del Marchesato di Crotone. Il Sindaco, dottor Antonio Ceraso, porgendo i suoi saluti, ha rimembrato i ricordi dell’amicizia che lo legano a Salvatore Anastasio, la caparbietà di Salvatore Anastasio nel ricercare immagini rappresentative della vita sociale di Cutro e del crotonese. Il Sindaco, ha anche affermato quanto è importante un determinato patrimonio culturale della comunità e “Salvatore Anastasio è un patrimonio culturale della comunità cutrese”. Il dottor Oldani Mesoraca, ha posto l’accento sulle sue origini cutresi, in quanto il padre era di Cutro, mentre la madre era di Squillace, ma ella serbò sempre un bel ricordo del paese del marito, e in questi rapporti familiari, v’era pure la famiglia Anastasio, con la comare Elvira che era amabile e accogliente nonché generosa. Oldani Mesoraca ha anche ricordato quanto il libro sia una narrazione sulla vita d’un paese, sulla famiglia e il percorso di Salvatore Anastasio ed è corredato da fotografie inedite che fanno capire la Cutro d’un tempo. Il dottor Vittorio Sestito, nipote dell’autore del libro, ha voluto tratteggiare il rapporto intenso avuto con lo zio e lo ha ringraziato pubblicamente per i tanti consigli che gli ha dato, rimarcando i ricordi di famiglia, la vita d’un paese che non c’è più e di quando si andava a scuola nella città di Crotone, e non appena si tirava fuori la pitta fatta al forno scomparivano le ostilità, le derisioni e le inimicizie nei confronti dei cutresi. Egli ha sottolineato: “Il pane per noi era motivo di riscatto sociale”. Ha poi voluto precisare quanto Cutro debba di diritto definirsi la città del pane e che dal punto di vista culturale ed economico va conservata, promossa e valorizzata la memoria del pane di Cutro. Salvatore Anastasio ha posto l’accento sull’importanza della varietà del Grano Cappelli che era alla base della filiera di qualità del pane di Cutro, e ha poi sostenuto che il pane di Cutro viaggia grazie agli emigranti cutresi ed è stato esportato in Emilia Romagna e Lombardia e persino a Genova. L’autore ha voluto rimarcare l’importanza della memoria e quanto sia stata sacrificata la filiera del pane. Giuseppe Condello, che ha moderato il convegno, ha rimarcato che il lavoro di Salvatore Anastasio è un lavoro della memoria, dell’identità, e che i forni erano un universo dell’incontro e del sociale. Attorno al pane ruotava la vita del paese e un determinato tessuto di valori sociali. “Il profumo del pane di Cutro” è pervenuto fino ai tempi attuali e Salvatore Anastasio con la sua opera e, anche, con la sua pervicacia di cacciatore di immagini, essendo egli un artista fotografico di notevole spessore, ha voluto trasmettere indicare dove risiedono le origini valoriali della comunità cutrese.

“Il profumo del pane di Cutro”: Presentato il libro di Salvatore Anastasio
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