È una storia sconosciuta ai più quella raccontata oggi, sulla pagina Facebook del Museo Archeologico Nazionale di Crotone, in occasione della ricorrenza di San Francesco di Paola.
Nel racconto emerge il legame che c’è tra il Patrono della Calabria e lo storico quartiere, nato dalla storia operaia di Crotone.
In particolare viene evidenziato che “il quartiere crotonese denominato Fondo Gesù prende nome da un’area che originariamente apparteneva al monastero di Gesù e Maria. In tale area, posta fuori dalla cinta muraria medievale presso il fiume Esaro – tra via Cutro e le Piane di Acquabona – nel 1460 San Francesco di Paola (festeggiato oggi nell’anniversario della morte) mandò uno dei suoi compagni, il sacerdote Paolo Randacio da Paterno, a fondare un convento sotto il titolo di Jesù Maria. Nel 1519 il monastero ebbe l’onore di ospitare l’immagine della Madonna di Capocolonna che i Frati Minimi custodirono per alcuni mesi prima della traslazione definitiva nella Cattedrale di Crotone.
L’intera area circostante il monastero, per la presenza di acqua sorgiva, era coltivata a giardino e orto. A partire dal Settecento nei dintorni vi furono costruiti numerosi magazzini per granaglie e derrate alimentari; ma era e rimane anche un’area di rilevante interesse archeologico. Già all’inizio del Novecento, infatti, il nobile crotonese Nicola Sculco, nel volumetto “Ricordi sugli Avanzi di Cotrone”, ricorda che, quando il fondo “Il Gesù” era di proprietà dei fratelli Berlingieri, “vi si trovarono vasi, due teste di statue di marmo, una gamba di bronzo di grandezza naturale, diversi tronchi di colonne, capitelli, fregi, tombe, un marmo con iscrizione greca, monete d’argento e rame numerosissime, lucerne e molte pietre lavorate“. Insomma, un’area da rispettare e da tenere in grande considerazione perché centrale nella storia della città!”