Equilibri che si sfaldano, al comune di Crotone, dopo il mini rimpasto effettuato, lo scorso primo agosto, dal sindaco Vallone. Il leader del Movimento 139 Emilio De Masi interviene attraverso una nota stampa parla di degenerazione etica. Per De Masi la revoca della delega di assessore ai LL.PP. del Comune di Crotone non esaurisce la sua gravità nella contingenza di un gesto comunque inqualificabile prima che inspiegabile. Questa vicenda rappresenta la sintesi plastica di una degenerazione etica che ha pressoché consumato l’anima, cioè la ragion d’essere della politica. Si è ormai strutturato un costume che, nelle più significative decisioni degli assetti istituzionali o amministrativi, prescinde radicalmente dalle basilari motivazioni che dovrebbero indurle. La politica confinata nella surreale dimensione oligarchica. Nessuna ragione, personale, comportamentale, amministrativa, é stata addotta (e ci mancherebbe altro!) a giustificazione dell’esclusione di Candigliota, né tantomeno a conforto dell’indicazione del nuovo assessore. All’indignazione avvertita e schiettamente manifestata all’indomani di questa inopinata scelta, si va sostituendo una più serena ma altrettanto ferma coltivazione di analisi che, nella loro spregiudicatezza, rappresentano un contributo alla riqualificazione culturale della politica crotonese. C’è una cifra di coerenza politica, alimentata nella profondità di una tensione ideale che, al giorno d’oggi, appare un evocazione romantica: come movimento, abbiamo preferito privarci di una unità consiliare in nome di atteggiamenti elettorali che violavano la coerente adesione alla scelta di fondo compiuta nel 2011. Altri, additati quali ispiratori o attuatori di trame funzionali alla demolizione di assetti, la cui salvaguardia é stata garantita esattamente dal nostro gruppo, diventano destinatari di gratificazioni “giuntali”. Il PD riprova a ricomporre la propria stabilità a scapito dell’altra parte più significativa della coalizione Così pregiudicandone le stesse fondamenta politiche. Convocati sovente, come movimento, in occasione di sedute di consiglio ad alto rischio abbiamo puntualmente garantito decisive presenze. Per altro verso, non abbiamo mai ottenuto riscontri a proposte, idee, contributi amministrativi che, se accolti , avrebbero probabilmente mitigato la severità della crisi in cui l’amministrazione versa e l’implacabile giudizio dell’opinione pubblica stremata in qualunque aspettativa di futuro. Una coalizione privata di occasioni di confronto, nell’immiserire l’ispirazione politica che dovrebbe qualificare un’amministrazione, annienta la sua genesi culturale. Non so se sussistano margini e soprattutto volontà di ricomporre la dignità di uno schieramento che pure sembrava indispensabile al corso politico di questa città. Eventuali riscontri unicamente polemici verso questa nota mi confermeranno nella mia crescente sfiducia. Le parole di De Masi non si discostano poi molto da quelle di Emilio Candigliota che all’indomani della nomina di Devona ha convocato una conferenza stampa per esprimere tutto il suo rammarico per essere stato costretto a lasciare la carica senza alcun motivo. “In poco più di un anno e mezzo sono stati iniziati e terminati molti lavori di opere pubbliche che hanno avuto il consenso della gran parte dei cittadini. Mi sono impegnato a tempo pieno – ha sostenuto Candigliota – come amministratore, trascurando anche la famiglia e il mio lavoro. Parole cariche di commozione per aver ricevuto ‘umiliazione di dover lasciare per problemi interni al Pd. Candigliota parlando dei suoi colleghi assessori non nasconde lo sdegno «Non ho ricevuto, da parte degli assessori in carica, nessuna telefonata di solidarietà quando ho deciso di dimettermi. Hanno agito come se io ero l’unico male di quest’amministrazione che stenta a decollare nonostante manchi meno di un anno alla fine del mandato. Un rimpasto che mira a ricompattare il partito di via Panella. Non è un mistero per nessuno che l’accelerazione al rimpasto è stata fortemente voluta, dal commissario cittadino del Pd Maurizio Tricoli, che ha preteso e ottenuto dal sindaco e dal tavolo del centrosinistra, tempi stretti. Devona, 35 anni, guida il gruppo degli ex “dissidenti” del Pd composto da Domenico Mellace, Franco Pristerà, Donato, Giuseppe Candigliota e Michele Ambrosio. Alle ultime elezioni regionali, ha ottenuto più di 3000 voti ed è fortemente legato al presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. Per ben due volte, l’architetto di Papanice è stato eletto consigliere comunale, consigliere provinciale nel 2009 e fino a dicembre scorso ha ricoperto la carica di capogruppo del Pd in consiglio comunale. Attualmente è membro della struttura di Mario Oliverio. In consiglio comunale siede ora Salvatore Frisenda anziché Rocco Gaetani, primo dei non eletti. Va ricordato che Gaetani, attualmente riveste la carica di Presidente di Akrea, incompatibile con quella di consigliere comunale.
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