Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Walter Eddy Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Fabio Li Muli.
I loro nomi, il loro sacrificio, insieme ai nomi di coloro che hanno perso la vita nella Strage di Capaci sono stati ricordati questa mattina dalla Segreteria Provinciale COISP di Crotone– il Sindacato Indipendente di Polizia .
Una cerimonia semplice e commemorativa caratterizzata dalla deposizione, ai piedi del monumento dei caduti della Polizia di Stato, di un mazzo di fiori, a testimonianza che non si può e non si deve mai dimenticare il sacrificio di chi ha anteposto la propria vita a garanzia della libertà di ognuno di noi.
La commemorazione presso la Questura di Crotone, rientra nelle iniziative disposte in tutta Italia dalla Segreteria Nazionale del Coisp con il chiaro intento di ricordare quei tragici giorni che sconvolsero il Paese. “E’ importante continuare a ricordare le stragi palermitane del 1992, dove tanti nostri colleghi hanno perso la vita per servire lo Stato – ha sostenuto Antonio Commisso, Segretario Provinciale del Coisp – non solo per un dovere etico e morale ma, soprattutto, per far capire cosa comporta la nostra professione di Servitori dello Stato in divisa. Il 19 luglio, dopo 25 anni dalla strage di via D’Amelio, continueremo a sostenere che le idee di quei Magistrati e di quei Poliziotti continuano a camminare sulle nostre gambe, ed è opportuno farlo per mantenere alto il senso democratico del Paese”. Commisso ha sottolineato che a Crotone la cerimonia è stata anticipata, in virtù dell’iniziativa che il sindacato terrà alle 16,58 a Botricello, dove verrà intitolata una piazza ai caduti di via D’Amelio.
Le stragi compiute a Palermo appartengono ai nostri affetti più cari ha sostenuto il Cappellano della Polizia di Stato, Don Ezio Limina che ha preso parte alla commemorazione organizzata dal Coisp. Per don Ezio Limina i fatti di Capaci e via D’Amelio non devono solo suscitare commozione ma impegno per ciascuno.
Presenti diversi agenti di Polizia e il componente del Sap Francesco Zannino.
Toccante la testimonianza del Questore Claudio Sanfilippo, che nei giorni della strage era alla Mobile di Palermo.
Sanfilippo, con la voce rotta dall’emozione ha ricordato quei momenti ed in particolare gli agenti Montinaro ed Emanuela Loi.
” I ricordi terribili, sono quelli, che tutti noi avevamo in quel momento, soprattutto dopo la strage di Via D’Amelio e la morte del dottor Paolo Borsellino, erano che davvero lo Stato fosse in ginocchio e che la mafia potesse averla vinta definitivamente. Le parole del dottor Caponetto, dopo l’assassinio del dottor Borsellino e della scorta furono emblematiche. Perché mi ricordo che disse: E’ finito tutto…è finito tutto. E anche noi, in quel momento, pensavamo fosse finito tutto. Invece no, tutto era cominciato in quel momento. E’ cominciata una risposta da parte dello Stato fortissima. E’ cominciata una stagione di attività investigative, di cattura di grandi latitanti, esaltante, che ha portato a distanza di anni a mettere in ginocchio , invece, quell’organizzazione criminale potentissima che era cosa nostra. Non è stata sconfitta-ha ricordato Sanfilippo, perché noi sappiamo ancora oggi, purtroppo, e alcuni segnali sono ancora presenti, però sicuramente lo Stato ha dato una risposta formidabile a quella stagione terribile. Vi ricordo che, oltre alle stragi, ci sono stati gli attentati di Roma, di Firenze e di Milano, organizzati da cosa nostra. Il mio ricordo va agli uomini delle due scorte, che io conoscevo benissimo, sicuramente la scorta del dottor Falcone perché forse non tutti voi sapete che quando il dottor Falcone è andato a Roma, la sua scorta era incardinata all’interno della Squadra Mobile e la mia sezione aveva ben due degli agenti che sono morti in quel maledetto 23 maggio. E, ho un ricordo, sia dell’una che dell’altra strage, davvero terribile”. Con la voce rotta dall’emozione, il questore Sanfilippo ricorda poi la Strage di Capaci, il corpo martoriato di Antonio Montinaro, capo scorta di Giovanni Falcone e Emanuela Loi, che in realtà era componente della scorta del dottor Labarbera, Capo della Mobile di Palermo, che in quei giorni si trovava fuori Palermo e fu destinata a scortare Paolo Borsellino. “Ci incontravamo ogni giorno, ci scambiavamo qualche battuta, due parole, era una ragazza solare, piena di vita. E, quando l’ho vista in Via d’Amelio era irriconoscibile” E’, questo il mio ricordo. Però, è anche un ricordo che da li è iniziata la speranza che poi si è concretizzata in azioni assolutamente positive. La nostra risposta, la risposta dello Stato è stata davvero forte, continua e secondo me, una risposta che ancora lo Stato continua a dare alle associazioni criminali di stampo mafioso, tutte sia esse di tipo mafioso che di tipo ‘ndranghitistico. E’ un’azione che non si è mai fermata, è un’azione che ancora oggi continua e continua con le numerosissime operazioni di polizia che vengono portate a termine, i numerosissimi arresti che vengono portati a termine sia in Calabria che in Sicilia, in Puglia e in Campania e non soltanto nelle regioni del Sud Italia ogni giorno le forze di polizia e la magistratura portano a termine”.
Nelle parole del dottor Sanfilippo, nel ricordo di quei giorni terribili per il nostro Paese, ci riportano alla mente la convinzione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che sostenevano fortemente: La lotta alla Mafia è un fatto umano, e come tale come ha avuto un inizio avrà anche una fine”. Grazie a uomini e donne che quotidianamente, nelle forze di Polizia, nella magistratura servono lo Stato.

Crotone: Strage di via D’Amelio, commemorazione del Coisp nel piazzale della Questura
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