Azione Identitaria ha avviato in Calabria ormai una campagna a difesa della sanità pubblica che dev’essere tutelata e garantita.Attraverso un’azione di volantinaggio davanti alle strutture sanitarie pubbliche calabresi i militanti sensibilizzano i cittadini .Come accaduto a Vibo Valentia, nelle scorse settimane, questa mattina il sit-in ha interessato Crotone.“Qui, spiega Igor Colombo abbiamo inteso porre all’attenzione dell’utenza il problema “Intramoenia” che noi abbiamo definito la tangente legalizzata“.Per il leader regionale di Azione identitaria è questo il termine con cui definire l’intramoenia a Crotone, “un cittadino che prenota una Tac dopo aver appreso la data in cui dovrà sottoporsi al l’esame che varia dai sei ai dodici mesi contemporaneamente gli viene proposta una via più semplice, all’interno della stessa struttura ma a pagamento, magari nella stessa giornata. Pertanto sostiene ancora Colombo nei cittadini con intramoenia c’è la percezione della privatizzazione della sanità e questo non lo possiamo accettare, così come, non possiamo accettare le giustificazioni del mondo della politica, del Ministro Lorenzin per la quale senza intramoenia c’è il serio rischio che medici validissimi del settore pubblico possano passare nel settore privato. Cosa anche questa- sostiene Colombo, che non possiamo accettare. Se devono esserci gratificazioni economiche , al personale medico devono essere messe in campo all’interno della struttura pubblica. noi, sostiene Colombo, siamo contro il mercimonio della sanità e siamo per un servizio sanitario italiano che garantisca tempi celeri”.Dello stesso avviso Paola Turturo, portavoce regionale di Azione Identitaria che ha vissuto sulla propria pelle i disagi che quotidianamente vive l’utenza crotonese.La Turturo parla addirittura di “pratica selvaggia“, poiché le è toccato di dover lottare per vedersi affermare un diritto. Purtroppo sostiene ancora Paola Turturo “non tutti come me fanno valere le proprie ragioni.Viene prospettata l’intramoenia mentre ci sono persone che non possono permettersela rinunciando anche alle cure oppure attendono i tempi biblici, con il rischio di veder aggravare la patologia. E’ vergognoso che per le mammografie si debba addirittura attendere quasi due anni”.

Crotone: Sit In di Azione Identitaria a difesa della sanità pubblica
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