Potrebbe esserci la stessa mano dietro l’atto vandalico perpetrato questa notte ai danni della lapide dedicata al giovane Kekko.Non si riesce neppure a trovare le parole per descrivere ciò che si prova guardandosi intorno.Si è toccato il fondo!Non si pensava potesse accadere, invece è accaduto, ci si è accaniti contro la lapide di un ragazzo morto prematuramente, collocata lungo via per Capocolonna.Pare addirittura che sia scomparsa la sua foto.L’interrogativo è d’obbligo: Ma che gente vive in questa città?Chi può arrivare a tanto, calpestare il dolore di una madre.Di umano viene da dire c’è ben poco.Occorre un maggiore controllo e non solo da parte delle forze dell’ordine deputate a garantire la sicurezza sul territorio.Anche il cittadino oltre ad indignarsi deve invertire la tendenza.I cittadini devono mettere da parte la paura, il timore e iniziare ad essere parte attiva attraverso la denuncia, solo così la città potrà cambiare.Ci permettiamo di ricordare ai nostri lettori, come fecero le associazioni impegnate sul territorio, dopo l’atto vandalico al Giardino Falcone e Borsellino, la frase che è solito ripetere l’instancabile Don Luigi Ciotti: “Diventate cittadini responsabili non cittadini ad intermittenza a seconda delle emozioni e dei momenti. Non limitatevi a constatare ciò che non va, ma mettetevi in gioco per farlo andare. Il problema più grave non è solo chi fa il male ma quanti guardano e lasciano fare”.
