Se la nota di Antonella Passalacqua fosse solo la quella di un’operatrice socio-sanitaria, probabilmente la comprenderei e accetterei senza replicare.
Tuttavia, ella non è soltanto una o.s.s. ma è anche e soprattutto una consigliera comunale e per questa ragione merita una mia risposta.
Non tanto a difesa della mia dignità di assessora e di professionista, quanto piuttosto perché avverto il dovere morale di offrire chiarimenti alla confusione ingenerata strumentalmente nelle famiglie che vivono un disagio di cui avere cura e non da utilizzare per ragioni che francamente disconosco.
Contrariamente a quello che sostiene la consigliera, più volte ho provato a spiegarle la differenza tra assistenza di base e assistenza specialistica, evidentemente senza riuscirci.
Se avesse ascoltato o se avesse avuto la diligenza richiesta a chiunque svolge funzioni pubbliche all’interno delle istituzioni, di informarsi e approfondire l’argomento, oggi saprebbe che per essere d’aiuto alle famiglie, alle persone che vivono le questioni sulla propria pelle, bisogna anzitutto non alimentare confusione e questo si può fare solo confrontandosi e studiando le soluzioni possibili.
E allora, sono costretta ancora una volta a ricordarle che c’è una differenza sostanziale tra: l’assistenza di base, ovvero, secondo quanto è riportato nella Circolare ministeriale del Miur n. 3390/2001, l’ausilio materiale agli alunni con diverse abilità, le attività di cura alla persona, l’uso dei servizi igienici e i servizi di igiene personale, che compete alle scuole e ai collaboratori scolastici come da CCNL; e l’assistenza specialistica che invece compete agli Enti locali sulla base di quelli che sono i bisogni rappresentati dai diversi istituti scolastici attraverso figure professionali che svolgono funzioni di assistenza all’ autonomia e assistenza alla comunicazione.
E’ su questo secondo segmento dell’assistenza che si innesta la competenza dell’ente locale che, come ha chiarito una circolare della Regione Calabria, può decidere di gestire direttamente il servizio mediante affidamenti a terzi oppure trasferire i fondi alle istituzioni scolastiche.
La seconda opzione è quella di cui si avvale il Comune di Crotone che, come comunicato dall’assessora Via, ha già trasferito le risorse affinché le scuole provvedano a pubblicare gli avvisi per il reclutamento di tutte quelle figure professionali che servono a ogni istituto perché si concretizzi l’integrazione scolastica e il diritto allo studio.
A ulteriore dimostrazione dell’attenzione che questo Assessorato, i Servizi Sociali e l’amministrazione tutta pongono per i cittadini più fragili, già da diverse settimane è stata protocollata una nota diretta all’Ufficio scolastico provinciale con cui si chiede che siano comunicate eventuali nuove e diverse esigenze di assistenza agli alunni diversamente abili. Con ciò ribadendo massima collaborazione previa verifica delle risorse economiche necessarie.
Alla consigliera Passalacqua sarebbe bastato ascoltare oppure informarsi anche perché con una banale ricerca sul web si possono trovare tanti avvisi pubblici di Istituti scolastici che, nei diversi comuni della Calabria, ricevendo dall’Ente locale i fondi per l’assistenza specialistica, ricercano appunto tutte le figure professionali di cui hanno bisogno e tra queste figure, naturalmente, ci sono anche gli o.s.s., ovvero gli operatori socio-sanitari. Spiace che ella abbia preferito la via della polemica strumentale ma sono certa che nel futuro saprà che su di me e sull’amministrazione tutta potrà contare per chiarire i suoi dubbi o approfondire conoscenze.
L’assessore alle Politiche Sociali
Filly Pollinzi