Crotone dal 30 novembre è un po’ più omofoba. Il consiglio comunale ha approvato una mozione, presentata dalla consigliera della Lega, contro la legge che persegue penalmente chi commette reati ‘di genere’”. A darne notizia sono Pino De Lucia, responsabile Provinciale Legacoop Crotone, e Anna Maria Corrado Portavoce della Commissione Pari opportunità di Legacoop Calabria.
“Durante il consiglio comunale andato in scena nella giornata lunedì ha trovato spazio l’ideologia politica di quella maggioranza “né di destra e né di sinistra” che ha votato una mozione contro la legge Zan, quella che punisce chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, sui disabili” – affermano De Lucia e Corrado – con il consenso degli astenuti, perché chi non prende posizione è sempre a favore, questo ci colpisce di più e ci fa male è la posizione degli ignavi sindaco compreso che dovrebbero avere nella loro posizione capacità di decisione. Tra l’altro – concludono De Lucia e Corrado – come sempre accade le destre cercano sempre di confondere le idee paventando il rischio di limitazioni di libertà, cosa assolutamente falsa e l’art. 3 che richiama l’art. 21 della costituzione italiana ne dà conferma”.
Forte dissenso viene inoltre espresso dal “Liberi per Crotone” l’area civica e sociale nata in vista delle amministrative che hanno portato il sindaco Voce alla guida della città.
Lo show continua. Ieri è andata in onda la seconda parte del terzo consiglio comunale dell’era Voce.
Mai, sottolineiamo mai, un consiglio comunale ha toccato un punto così basso, forse il più basso dell’era repubblicana. Anzi, sicuramente il più basso.
Ma di quale spettacolo stiamo parlando? Della saga degli ordini del giorno perlopiù gestiti da quello che appare da queste prime battute come un vero e proprio sindaco ombra, il consigliere Meo.
Un primo ordine del giorno che chiedeva interventi a favore delle attività economiche oggetto di restrizioni a seguito del Dpcm del 24 ottobre 2020 , è stato approvato anche con il consenso del sindaco formale Voce, che nella precedente seduta aveva manifestato la sua contrarietà.
Un secondo ordine del giorno, proposto direttamente dal consigliere Meo e da altri sulla immediata riapertura delle strutture sportive è passato con 25 voti favorevoli e con la incredibile contrarietà del sindaco formale Voce e dell’assessore al ramo. Su questa decisione, dobbiamo dare merito al sindaco formale Voce di aver avuto il coraggio di mettersi contro tutto quel mondo sportivo che lo aveva convintamente votato solo qualche settimana fa.
Il terzo ordine del giorno presentato della consigliera Cavallo per conto dell’immarcescibile leghista Cerrelli e dal consigliere Manica, avente ad oggetto la contrarietà al disegno di legge Zan, rappresenta però un capolavoro. Si tratta del disegno di legge (che prende il nome dal relatore del Pd Alessandro Zan) approvato dalla Camera dei Deputati per contrastare la violenza e la discriminazione per motivi legati alla transomofobia, alla misoginia e alla disabilità.
Nel precedente consiglio l’ordine del giorno aveva ottenuto 12 voti a favore, 10 contrari e 8 astenuti, ma il segretario generale rigettava l’approvazione per questioni relative al quorum di approvazione. A questo punto, dopo vari interventi motivati del consigliere Meo, lo show, ovvero il consiglio comunale, veniva aggiornato al 2 dicembre.
Nella riunione del 2 dicembre dopo varie schermaglie il sindaco ombra Meo otteneva di mettere ai voti una mozione che chiedeva di applicare alla votazione della consigliera cavallo e del consigliere Antonio Manica l’art. 81 del regolamento che prevede di non conteggiare i voti degli astenuti per definire il “quorum ponderato”. La mozione del sindaco ombra Meo è passata con 26 voti favorevoli e 5 contrari e quindi il consiglio comunale di Crotone approvava l’ordine del giorno della vergogna esprimendo, a nome della città, la contrarietà al disegno di legge Zan che intende contrastare la violenza e la discriminazione per motivi legati alla transomofobia, alla misoginia e alla disabilità.
Fine dello show.
Vale la pena fare qualche considerazione finale. Dei 12 voti a favore della tesi oscurantiste e da medioevo dei leghisti nostrani, 9 sono stati espressi da esponenti della maggioranza. Il sindaco formale Voce, il presidente del consiglio comunale Greco ed altri due consiglieri di maggioranza si sono astenuti. Ora, i numeri non mentono e confermano quanto affermato da noi, piuttosto isolatamente a dire il vero, e cioè che al ballottaggio Voce e Manica rappresentavano due destre.
Su un atto così intimamente politico come i diritti civili – concludono i componenti di Liberi per Crotone – si evidenziano gli orientamenti politici e culturali profondi e la maggioranza del sindaco formale Voce e buona parte del consiglio comunale tutto hanno manifestato limpidamente di essere sulle posizioni della Lega e quindi solidamente ancorati a destra. Purtroppo queste posizioni da medioevo espresse dalla maggioranza del consiglio comunale non fanno bene alla città di Crotone e lasciano prefigurare tempi bui. Per questo motivo chiediamo a chi, anche in buona fede, ha ritenuto di votare uno schieramento progressista e di sinistra di ricredersi e a chi è stato eletto o nominato di dimettersi o di passare formalmente all’opposizione operando una scelta coerente con il proprio credo politico.
Disapprovazione arriva anche dalla Cooperativa Agorà Kroton, che “da sempre, è stata dalla parte degli ultimi, cercando di dare voce a chi non ne aveva e tutelando chi veniva vessato per la sua condizione fisica, per la propria rappresentazione sessuale, religiosa e culturale.
Per questo motivo avevamo visto con estrema positività il disegno di legge (che prende il nome dal relatore del Pd Alessandro Zan) approvato dalla Camera dei Deputati per contrastare la violenza e la discriminazione per motivi legati alla transomofobia, alla misoginia e alla disabilità, disegno di legge adesso al vaglio del Senato.
Purtroppo constatiamo che alla maggioranza dei rappresentanti dei cittadini crotonesi, all’interno del Consiglio Comunale, questo atto di civiltà non appartiene. Questo è il risultato di una mozione inaccettabile culturalmente, presentata da una lista di minoranza che da sempre propina politiche in antitesi con l’accettazione della diversità. Una mozione approvata grazie ai voti di alcuni rappresentanti della maggioranza e all’astensione di altri, tra cui il Sindaco e il Presidente del Consiglio.
Di fronte a questi temi – conclude la nota della Cooperativa Agorà Kroton non si può essere pilateschi e bisogna necessariamente prendere posizione.
Noi da oggi faremo una sana campagna per far conoscere il disegno di legge Zan, sicuri che i cittadini crotonesi, che da tempo hanno dimostrato di essere popolazione accogliente, saranno a favore di questo provvedimento legislativo. Nel frattempo la Cooperativa continuerà a stare dalla parte di chi ha bisogno, di chi subisce e di chi non ha voce”.
Gli attivisti di Crotone5stelle, in relazione all’approvazione della mozione contro il disegno di legge Zan, si appellono al sindaco Voce affinché sostituisca i componenti della neo eletta Commissione Pari opportunità sottolineando un evidente conflitto ideologico.
“Ieri 2 dicembre 2020 – si legge nel comunicato degli attivisti Crotone 5 Stelle – sono stati nominati i componenti della commissione Pari Opportunità del Comune di Crotone, nella nuova amministrazione Voce. Il nuovo consiglio, composto da volti nuovi della politica, avrebbe i giusti requisiti per riaccendere nella popolazione le assopite speranze di rinnovamento della vita politica e civile della nostra città. Purtroppo, però, al momento tali aspettative sono state deluse da un episodio che mostra tutta l’arretratezza culturale di diversi consiglieri in un campo così importante come i diritti civili.La commissione Pari Opportunità, almeno sulla carta, ha il compito di promuovere la RIMOZIONE DEI COMPORTAMENTI DISCRIMINATORI per sesso ed ogni altro ostacolo che limiti di fatto l’uguaglianza e la parità tra i cittadini nell’accesso al lavoro e sul lavoro, nella progressione professionale e di carriera, nell’educazione e nella formazione, nella cultura e nei comportamenti, nella partecipazione alla vita politica, sociale ed economica, nelle istituzioni, nella vita familiare e professionale.
Ebbene, ci chiediamo, con grande preoccupazione, in che modo potrebbero mai assolvere a questo impegnativo compito donne che poco prima, nella stessa seduta consiliare, si sono espresse contro il DDL “Zan”, tutelando, in pratica, col loro voto chi istiga o commette discriminazioni o violenze contro donne, disabili e omosessuali.
A favore di questa vergognosa mozione si sono espressi i membri della commissione Pari Opportunità: Cantafora, Giancotti, Cavallo, Passalacqua, Tallarico. Si sono astenute, favorendo di fatto la mozione, Le Rose e Vrenna.
E’ risaputo che il dibattito sociale è molto acceso in tema di diritti civili, quali matrimoni gay o adozioni da parte di coppie omosessuali, che vedono scontrarsi varie visioni e opinioni a riguardo. La questione, però, qui travalicava ogni diversità di vedute perché si trattava di esprimersi pro o contro la sanzione di atteggiamenti violenti o aggressivi a danno di soggetti discriminati a vario titolo. E su questo credevamo non potesse esserci niente di opinabile, come dimostra anche il fatto che il DDL “Zan” sia già stato approvato lo scorso 4 novembre alla Camera dei Deputati, a maggioranza, anche da partiti politici con posizioni lontanissime tra loro in tema di diritti civili. Nel Consiglio Comunale però sembra che consiglieri di maggioranza abbiano voluto assecondare la posizione di estremismo bigotto e insensato che caratterizza la linea degli esponenti cittadini della Lega, la cui consigliera Cavallo è stata, appunto, promotrice della mozione. Riteniamo vergognoso presentare una mozione del genere da parte della Lega locale. Ancor più vergognoso è votarla, contro ogni diritto all’espressione libera e contro ogni possibilità di avere verso il mondo sociale uno sguardo scevro da pregiudizi. Al netto del rispetto della libertà di opinione (perché NOI non siamo discriminanti), riteniamo evidente che le idee delle figure appena citate siano in assoluto contrasto con il ruolo di tutela e garanzia di categorie discriminate, che dovrebbero ricoprire in quella importante Commissione. Chiederemo ufficialmente al sindaco Voce – conclude il comunicato di Crotone5stelle di rimuoverle da tale incarico, sperando che altre forze della società civile si uniscano a noi in questa richiesta, perché la Commissione Pari Opportunità non venga snaturata nella sua essenza per diventare una ipocrita farsa”.
Dura condanna viene espressa anche dalla Federazione Provinciale GD Crotone che in un comunicato scrive: “Con il dramma quotidiano della pandemia e con i danni ancora da stimare lasciati dall’ultima alluvione, il nuovo Consiglio comunale di Crotone non ha perso l’occasione per fare una pessima figura. Un Consiglio insediatosi da pochi mesi appena ma che, viste le premesse, di certo non promette bene. Il disegno di legge Zan contro l’omofobia e la transfobia, approvato dalla Camera dei deputati, rappresenta un passo avanti di gran valore e civiltà per la tutela dei diritti. Una mozione contro un disegno di legge non avrebbe nemmeno dovuto essere presentata in un consiglio comunale: qualsiasi consigliere di buon senso avrebbe capito la sua inutilità. Invece, la città di Crotone si trova iscritta di forza, dal suo stesso Consiglio comunale, ad una lotta che non si sognerebbe mai di affrontare: quella contro i diritti di alcune fasce di cittadine e cittadini. In un momento drammatico per la vita cittadina, in cui sarebbe necessario mettere da parte divisioni, personalismi e battaglie politiche miopi, la maggioranza del Consiglio comunale fa l’esatto contrario. Le aspettative non erano alte ma, questa volta, sono state ampiamente superate: in negativo. I Giovani democratici denunciano con forza l’inutile e dannosa mozione approvata dal Consiglio comunale di Crotone e ne chiedono l’immediato ritiro. Visto che il significato di quella mozione non poteva essere che meramente simbolico, proponiamo che la maggioranza, magari spronata dal neo-eletto Sindaco, faccia approvare una mozione esattamente contraria. Una mozione- conclude il comunicato dei Giovani Democratici -che parli a nome di tutte le cittadine e i cittadini di Crotone, contro le discriminazione di ogni specie, verso chiunque”.
Soddisfazione viene invece espressa dal Coordinatore Provinciale della Lega di Crotone. Avv. Giancarlo Cerrelli e dalla Consigliera Marisa Luana Cavallo (Lega) che definiscono l’approvazione della mozione “un evento storico per la nostra città, è una grande vittoria per la città di Crotone, che conferma di essere sempre in prima linea, come già avvenuto, altresì, nel 2007 https://www.giancarlocerrelli.com/a-crotone-tremila-in…/ e nel 2013 https://www.giancarlocerrelli.com/quando-crotone-insorse…/, quando i crotonesi scesero in piazza per difendere la famiglia, che era attaccata da leggi che miravano a decostruirla. L’approvazione della mozione Cavallo contro il Ddl Zan, da parte del Consiglio Comunale di Crotone – continua Cerrelli – è senz’altro una vittoria politico-amministrativa della Lega, ma anche e soprattutto di Crotone, che ha dimostrato, ancora una volta, di essere una città pronta a difendere quei presìdi culturali, sociali e giuridici della nostra civiltà, che la dittatura del pensiero unico politicamente corretto, vorrebbe, invece, distruggere.”
“Il Comune di Crotone – continua Cerrelli – ha detto “No” a un disegno di legge pericoloso, come quello Zan – che al momento è all’esame del Senato – che, ove fosse approvato, limiterebbe la nostra libertà di espressione, di parola, di opinione, di associazione, di stampa, di educazione, di insegnamento e religiosa, con il carcere fino a sei anni di reclusione (cfr. art. 2 Ddl Zan) a coloro i quali non dovessero conformarsi al pensiero unico politicamente corretto sui temi della famiglia, della sessualità e della persona. Tale disegno di legge – sostiene Cerrelli – ha una spiccata natura pedagogica e rieducativa, infatti, per mezzo di pene severissime si cercherà di imporre, in ogni ambito del vivere sociale, a cominciare dalle scuole, una vera e propria decostruzione del comune modo d’intendere e di sentire la sessualità e la famiglia; successivamente si procederà ad imporre al popolo italiano una nuova antropologia basata precipuamente sul desiderio, rendendo, così, sempre più liquidi e precari i rapporti interpersonali, che risentiranno, tra l’altro, di una propiziata fluidità dell’identità sessuale, che così diventerà sempre più incerta. Per questi motivi l’approvazione della mozione della consigliera Cavallo (Lega) è importante che sia stata approvata; tuttavia pur di evitare, che il Consiglio Comunale approvasse tale mozione, la Giunta Comunale, coadiuvata dal Segretario generale, si è inventata di tutto per ostacolarne l’approvazione. Abbiamo assistito – prosegue Cerrelli – ad uno spettacolo a dir poco vergognoso e raccapricciante; in un primo momento, alla seduta del 30 novembre u.s., nonostante la mozione della Cavallo avesse ottenuto la maggioranza dei voti (12 voti a favore, 10 contrari e 8 astenuti) è stata considerata non approvata, perché il Presidente del Consiglio e il Segretario Comunale hanno pensato in modo incomprensibile e inescusabile di includere nel quorum funzionale deliberativo anche gli astenuti, espressamente esclusi dall’art. 30 dello Statuto Comunale e dall’art. 81 del Regolamento Comunale”. C’è da considerare che se non fosse stata presentata una mozione d’ordine, propiziata tempestivamente, dal Coordinatore Provinciale della Lega di Crotone. Avv. Giancarlo Cerrelli e recepita dai consiglieri Cavallo, Meo e Corigliano e presentata ed esposta brillantemente dal Consigliere avv. Fabrizio Meo, la mozione sarebbe stata affossata illegittimamente.La storia dell’approvazione della mozione Cavallo non finisce qui; il 2 dicembre il Consiglio, durante la seduta precedente che era stata aggiornata per determinarsi su come interpretare l’ art. 81 del regolamento e cioè se gli astenuti dovessero o meno essere considerati nella formazione del quorum funzionale deliberativo. Tale determinazione avrebbe inciso anche sulla rivisitazione dell’esito della mozione Cavallo. Il Consiglio, dunque, nella seduta del 2 dicembre u.s., con 25 voti favorevoli e 5 contrari ha approvato l’interpretazione della norma, nel senso di ritenere esclusi gli astenuti, come del resto recitano sia lo Statuto che il Regolamento. Per tale ragione – si legge ancora nel comunicato di Cerrelli e Cavallo – è stato rivisto l’esito della votazione della mozione Cavallo che, così, è stata considerata approvata. Vorrei esprimere un sincero ringraziamento e un plauso – conclude Cerrelli – a quei consiglieri comunali, anche della maggioranza, che hanno usato il buon senso e la saggezza di votare a favore della mozione della Lega contro il DDl Zan, mettendoci la faccia; sono a loro vicino, particolarmente in queste ore in cui ho appreso che stanno subendo vili attacchi sui social e privatamente, per aver espresso la loro opinione”. La Consigliera Marisa Luana Cavallo (Lega), da parte sua, conclude esprimendo “soddisfazione per l’approvazione della sua mozione perché ha permesso, di accendere i riflettori nella nostra città e non solo, su un provvedimento pericoloso per la nostra libertà e che la Camera ha approvato in prima lettura, nella disattenzione dei più. “Grazie di cuore a quei consiglieri di maggioranza e di opposizione – continua la Cavallo – che hanno votato affinché la mozione contro il Ddl Zan, presentata da me e dal collega Antonio Manica (FI), fosse approvata. Un ringraziamento particolare lo rivolgo al Coordinatore Provinciale della Lega di Crotone, l’Avv. Giancarlo Cerrelli, ispiratore della mozione, che, anche durante i lavori consiliari ha fornito un continuo supporto tecnico e scientifico. Se non stato per lui, che ha propiziato la mozione d’ordine sull’interpretazione dell’art. 81 del regolamento, a quest’ora la mozione non sarebbe stata approvata. Un ringraziamento sentito va anche al collega consigliere Fabrizio Meo, che non ha esitato a sostenere la mozione e a smascherare l’intento di chi voleva affossarla”.