“In via Russia 27, esiste una struttura sportiva, si fa per dire, abbandonata da anni e divenuta discarica abusiva per i soliti ignoti. Gentaglia, che approfittando dell’incuria della proprietà, la Provincia di Crotone, e dal comportamento omertoso di cittadini che, pur vedendo azioni passibili di denuncia, preferisce voltarsi dall’altra parte assumendo, inconsapevolmente, un atteggiamento di complicità. Raccontata così, nessuno riesce a dare la giusta valenza, catalogando il misfatto, ad una delle tante aree abbandonate nella città di Crotone e, nella fattispecie, nella sperduta periferia di Farina. Ebbene, quest’area abbandonata, incustodita, e lasciata alla mercé di cittadini indegni che approfittano a scaricare di tutto a mo’ di discarica, è meglio conosciuta come la Desport.
A puntare l’attenzione su questa struttura ormai abbandonata e vandalizzata è Alfonso Gaetano per il Comitato Tufolo-Farina.
La Desport, nacque alla fine degli anni ottanta, grazie all’impegno del compianto Ing. Sasa’ Taverniti che, con la lungimiranza di un “visionario”, nel senso buono, fece di quella struttura un’eccellenza sportiva e di aggregazione sociale riuscendo ad avere visibilità a livello nazionale. Ricordo, con rammarico e tanta rabbia, che la Desport fu affiliata alla società sportiva Parma, e molti giovani di Crotone ebbero la possibilità di sfruttare una opportunità, di inseguire un sogno, di crescere sani e, soprattutto, di crescere lontani da quelle cattive compagnie che senza accorgerti ti portano sull’orlo del precipizio. Da lì, è un attimo, ti ritrovi sulla strada del non ritorno, a combattere anche con la tua stessa esistenza, e con l’epilogo tragico che prima o poi tutto finisce. Con la prematura scomparsa del suo fondatore, appunto l’ing
Sasà Taverniti, La Desport, venne acquistata dall’ente Provincia di Crotone, e fu pagata 2,5 miliardi di vecchie lire, come dire, bruscolini. Ma, la Desport, era un’eccellenza di socialità e sport, la cifra pagata all’epoca, forse, anzi con molti dubbi, poteva essere corretta, aveva un futuro florido, era un angolo di città baciato dal sole e dalla natura, si respirava aria di rilancio per una città che aveva perso identità e speranza.
Il ricordo – conclude Alfonso Gaetano – di tanti campioni venuti a Crotone per vedere la Desport, fra tutti, il campionissimo Boninsegna che rimase incantato da cotanta bellezza immersa nella natura di Farina.
Invece, chi glielo spiega adesso? Che quella bellezza è stata abbandonata al suo destino? Un decadimento senza fine, una pattumiera, saccheggiata da sciacalli che hanno portato via tutto, persino le tapparelle. Oggi, quell’angolo di paradiso chiamato Desport è divenuto l’inferno e nessuno si degna a denunciare alle autorità il più grande sperpero si denaro pubblico. Raccontata così, sono sicuro che non sarà compresa. Allora provo a spiegarlo in due parole: C’era una volta la Desport.