Carolina Girasole, ex sindaco di Isola Capo Rizzuto (KR) “non intende più stare in silenzio e subire”. Lo ha ribadito, questa mattina, nel corso della conferenza stampa, indetta dopo aver presentato querela nei confronti della Commissione d’accesso al comune di Isola di Capo Rizzuto (KR) in merito alla sentenza d’incandidabilità emessa dal Tribunale di Crotone.
“Un azione, che sicuramente, non avevo mai pensato di poter fare, di voler fare. Troppi, sono stati gli atti di ingiustizia subiti e ho ritenuto opportuno, a questo punto, di querelare la commissione, perché all’interno di quella relazione sono scritte una serie di cose infamanti sulla mia persona. Mi si dichiara responsabile del mal governo locale e di essere stata quella che ha piegato l’amministrazione agli interessi della ‘ndrangheta. Nella relazione – prosegue Carolina Girasole – non ci sono atti precisi da cui si evince chiaramente l’addebito che mi viene fatto. C’è questa enunciazione generale, ma poi non c’è l’atto specifico con cui mi sono potuta difendere. In realtà, io, la difesa non me la sono potuta proprio fare, perché spiega l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto – il Tribunale di Crotone, mi ha impedito di portare gli atti”, recuperati spiega “solo alle 13,30 del giorno prima dell’udienza”. Una conferenza stampa, ha ribadito più volte Carolina Girasole, per difendere l’attività amministrativa, il suo buon nome. Per difendere gli amministratori che insieme a lei, nel corso degli anni hanno avuto il coraggio di compiere scelte, assolutamente impopolari in quel territorio. Una conferenza stampa per difendere il diritto alla giustizia di tutti. “Ho deciso di fare questa querela e di parlare a tutta la comunità di quello che sta accadendo. L’attività amministrativa è stata incentrata dalla difesa degli interessi della comunità e questo è testimoniato da una serie, innumerevole, di atti amministrativi, da testimonianze, e da eventi pubblici che ci hanno visti protagonisti durante i cinque anni di mandato elettorale. Altra, ulteriore, ingiustizia che voglio denunciare oggi, che ho già preannunciato nei giorni scorsi è il ruolo della Prefettura, con la quale abbiamo lavorato quotidianamente, cercando di trovare soluzioni a problematiche che erano ormai decennali. Abbiamo fatto un ottimo lavoro, i risultatati si sono visti. Abbiamo assegnato i 98 ettari di terreno, costituendo una cooperativa sociale. Abbiamo abbattuto dei manufatti, primo intervento nella storia. Il percorso amministrativo – ha sostenuto ancora Carolina Girasole – è stato affiancato, quotidianamente dalla Prefettura che ci ha supportati e, in qualche modo guidati nelle scelte e nelle difficoltà che l’Amministrazione trovava. L’insieme di tutte queste cose mi ha spinto a querelare e a non tacere più. Fino ad ora, io mi sono difesa nelle aule di Tribunale. Ho avuto la possibilità di difendermi nelle aule di tribunale, con la documentazione che porto sempre in mia difesa, in difesa dell’attività amministrativa. Adesso, le cose sono state diverse e quindi, viene messo in discussione tutto il percorso dell’amministrazione. Tutte le scelte fatte. Ecco, io a questo non ci sto. Non posso lasciar passare l’idea che anche noi eravamo dei collusi. Questo perché il prezzo pagato dall’amministrazione, per le scelte fatte, per la resistenza, per quei cinque anni, è stato un prezzo altissimo.Quindi, non si può chiudere cinque anni di amministrazione con queste accuse infamanti, che non accettiamo, perché possiamo sicuramente dimostrare che la realtà è tutt’altra. L’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto non nasconde che oggi il suo stato d’animo è di paura. “Quando facevo delle scelte e bloccavo interessi particolari in quel territorio mi si chiedeva se avevo paura. Bene, io vi posso dire che oggi, ho paura come prima. Forse più di prima, perché, quello che sta accadendo non ha molte spiegazioni, non è una giustizia quella che stiamo vivendo e quindi io ho paura.
“Io mi auguro – ha sostenuto ancora Carolina Girasole – che il procuratore non archivi la mia querela. Questo potrebbe accadere e sarebbe un’ulteriore beffa. Spero soltanto che il procuratore ci ascolti, che quello che noi possiamo dimostrare venga messo in evidenza e che giustizia venga fatta per tutta la comunità”.
Carolina Girasole pretende verità e giustizia. L’ex amministratore di Isola Capo Rizzuto non intende più tacere su quella che è stata la scelta dell’amministrazione da lei guidata, una scelta di legalità.
“Non c’è un atto – ha sottolineato Carolina Girasole – con cui mi si può addebitare il contrario. Non starò più in silenzio, perché voglio difendere quello che è giusto. Chiediamo giustizia. Chiediamo al Procuratore di ascoltarci, di guardare gli atti e di verificare se veramente ad Isola Capo Rizzuto tutti sono collusi oppure, se c’è stato, qualcuno che ha avuto il coraggio di mettersi contro gli interessi particolari, pagando a caro prezzo. Siamo stati isolati, diffamati, abbiamo avuto veramente una difficoltà ad amministrare senza il consenso di nostri concittadini. Perché qualcuno ha strumentalizzato questa cosa, perché aveva altri obiettivi e lo posso dire, adesso qui. Perché nessuno lo ha voluto tirare fuori, neanche nella relazione della commissione che pure gli atti li ha visti. Siamo stati capaci di resistere al sistema Jonny, siamo stati gli unici, una voce nel deserto, isolati da tutti e attaccati da tutti perché noi abbiamo tutelato gli interessi generali della nostra comunità”.