In una lettera aperta all’assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Crotone, Rachele Via e al primo cittadino, Vincenzo Voce, Lettera aperta, di 32 genitori crotonesi in relazione all’ordinanza di sospensione delle attività didattiche in presenza per le scuole fino al 5 dicembre compreso. Un provvedimento, ha reso noto l’Amministrazione Comunale guidata da Voce, “adottato in considerazione dell’emergenza epidemiologica in corso”.
“Proprio qualche giorno addietro, abbiamo celebrato la Giornata internazionale per i diritti del fanciullo, istituita per ricordare la data in cui è stata adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite la Dichiarazione dei diritti del fanciullo e la relativa Convenzione. Ebbene, al di là di ogni celebrazione formale, i sottoscritti genitori intendono evidenziare che la
Convenzione riconosce come inviolabili, tra gli altri, i seguenti diritti:
– Il diritto all’istruzione;
– Il diritto all’ascolto del minore.
Ci chiediamo, prosegue la lettera – quindi, se nell’assumere l’ennesima ordinanza di chiusura delle scuole primarie (preannunciata su Facebook, ma non ancora formalmente emessa…), le intestate Istituzioni hanno tenuto in conto i predetti diritti, e cioè se a fronte di un non meglio precisato rischio epidemiologico, il Sindaco e l’Assessore hanno valutato la concreta e attuale lesione del diritto all’istruzione dei bambini e, non ultimo, se si sono in qualche modo prefigurati quale possa essere l’opinione dei bambini che si trovano a non poter frequentare la scuola in presenza.
Evidentemente, non è stata effettuata alcuna valutazione in tal senso e visto che l’agire dell’Amministrazione pubblica non può e non deve essere totalmente discrezionale, essendo al contrario
necessario tenere in debito conto gli interessi degli amministrati, noi genitori intendiamo esporre le nostre posizioni sull’argomento, allo scopo di dare voce ai nostri figli, e non solo a loro, i quali tutti, va da sé, vengono considerati gli ultimi cittadini forse perché non ancora elettori!
Ricordiamo, prima di tutto a noi stessi, – prosegue la lettera – che la didattica digitale integrata, attualmente adottata per consentire il prosieguo delle attività scolastiche, non può essere considerata scuola dell’obbligo, tanto è vero che non vi è alcun obbligo, e giustamente, a “frequentarla”; inoltre, considerata la giovane età dei bambini che frequentano la scuola primaria, non è pensabile, né sicuro, che tale modalità di insegnamento possa essere seguita dagli alunni in autonomia, con tutto quello che ne consegue in termini di possibilità/impossibilità di affiancamento da parte di adulti (genitori/nonni/parenti/baby sitter) e sempre compatibilmente con la situazione epidemiologica attuale; infine, non è ancora chiaro quali siano i dati epidemiologici che muovono l’Amministrazione ad adottare una tale decisione ove solo si consideri, per fare un esempio, che nel Comune di Catanzaro dal prossimo lunedì 30 novembre gli alunni attualmente interdetti alla frequentazione in presenza (scuola primaria e secondaria di primo grado) rientreranno nelle proprie istituzioni scolastiche.
Tra l’altro, sempre più numerose e accreditate, dal punto di vista scientifico, sono le tesi che ritengono le infezioni da SARS-COV 2 più basse nei bambini rispetto agli adulti: secondo la Società Italiana di Pediatria che si è recentemente riunita in un Congresso Straordinario Digitale dal titolo ‘La Pediatria italiana e la Pandemia da Sars-CoV-2’ è più preoccupante, al contrario, il verificarsi di “crescenti evidenze sui danni provocati dall’isolamento come ansia, disturbi del sonno, disordini alimentari. È urgente – conclude la lettera dei 32 genitori -l’apertura delle scuole per evitare che alla crisi sanitaria ed economica se ne aggiunga una educativa e sociale dalle conseguenze pesanti per tutti i bambini. Lo Stato può intervenire con ristori economici, ma non può sostituire i benefici portati dalla frequenza scolastica; un bambino di sei anni non avrà più sei anni e ciò che perde in questi mesi lo avrà perso per sempre”.
Alla luce di tutto quanto detto, chiediamo di valutare più attentamente le ragioni che vi hanno determinato ad ordinare nuovamente (ma soltanto per una settimana!) la chiusura delle scuole nel territorio di Crotone, dal momento che a noi pare che l’ISTRUZIONE PUBBLICA venga considerata, da questa Amministrazione, un problema più che una risorsa.
Certi di un cambiamento di opinione e aperti ad un confronto, porgiamo i più distinti saluti”.