Alcuni colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi, nella serata di ieri, contro l’auto del maresciallo dei carabinieri di Cetraro Orlando D’Ambrosio. La vettura, una Golf, era parcheggiata nei pressi della stazione dei carabinieri, nella zona marina della cittadina tirrenica, quando è stata crivellata di colpi. Sul posto sono intervenuti i militari dell’arma della compagnia di Paola, coordinati dal Capitano Giordano Tognoni. Nessuna ipotesi viene esclusa dagli investigatori. L’intimidazione arriva pochi giorni dopo l’operazione Katarion che ha portato a 33 misure cautelari.
Il sindaco di Cetraro, Ermanno Cennamo parla di “un gesto da vigliacchi e da meschini perpetrato ai danni del Maresciallo della Caserma dei Carabinieri che condanniamo senza tentennamenti. Un fatto grave su cui bisogna senza indugio e con urgenza fare chiarezza. La nostra città non può tornare indietro e noi siamo tutti al fianco delle Forze dell’Ordine e della Magistratura nella lotta contro ogni forma di violenza e di illegalità. Ho già espresso l’incondizionata solidarietà e vicinanza dell’intera città – ha concluso Cennamo – all’Arma dei Carabinieri che sta svolgendo un lavoro integerrimo nella nostra città”.
Questa mattina alle 11 il presidente del Consiglio comunale di Cetraro, Giovanni Rossi, ha convocato una Conferenza straordinaria e urgente dei Capi Gruppo Consiliari sull’ordine pubblico e la sicurezza.
Anche Antonio De Caprio, presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta nel definire l’atto “di una gravità inaudita” ha dichiarato “sono al fianco dell’arma dei carabinieri e della magistratura inquirente che, sono sicuro, faranno luce al più presto su quanto accaduto”
Sdegno viene espresso dal capo gruppo del PD Mimmo Bevacqua. È semplicemente ignobile – sostiene Bevacqua – che vili ignoti abbiano sparato contro la sua auto in sosta neo pressi della caserma. La mia totale solidarietà e vicinanza al militare all’Arma dei Carabinieri. L’intimidazione non deve restare impunita. Confido che gli organi inquirenti possano assicurare al più presto alla giustizia i responsabili”.