In queste ore si susseguono comunicati dal mondo associazionistico e politico in relazione alla mozione contro il disegno di legge “ZAN”, approvata lo scorso 2 dicembre dal Consiglio Comunale di Crotone.
A tale proposito pubblichiamo il pensiero, di una giovane studentessa, che rispecchia quello di molti giovani crotonesi.
La mia libertà finisce lì dove inizia la tua.
Ecco perché le modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, meglio note come proposta di legge Zan, non ledono la vostra decantata libertà di espressione. Perché tali modifiche non intendono punire con multe e/o anni di reclusione chi semplicemente non supporta le adozioni da parte di coppie omosessuali, la pratica dell’utero in affitto, dell’inseminazione artificiale. Essa non limita la sacrosanta possibilità di esprimere la propria opinione, e non è difficile capirlo leggendo il testo. La proposta di legge Zan intende punire REATI D’ODIO che si verificano ogni giorno in Italia, da insulti in rete, per strada, ad aggressioni fisiche, a discriminazioni di ogni tipo. L’omotransfobia, dalla quale vi dichiarate ben lontani, è il bersaglio della proposta di legge, e non delle legittime idee conservatrici. Non ho sentito mai da alcun politico dire “io sono omofobo”, come è giusto che sia, ma vedo comportamenti volti a difendere chi invece, la propria omofobia, la proclama a gran voce, chi si sente in diritto di odiare ed istigare all’odio.
Libertà di espressione è sentirsi liberi di essere chi si vuole essere senza paura di essere legalmente soggetti ad odio e discriminazione, e la legge Zan tutela proprio questo.
Chiara Tallarico