Bagarinaggio per finanziare clan

Un’estorsione ai danni di Lorenzo La Rosa, titolare del 10% delle quote di Set Up Live, tra le principali società organizzatrici di concerti e di eventi in Italia. Scopo: ottenere biglietti da rivendere attraverso il bagarinaggio allo scopo di finanziare l’attività delle ‘ndrine. E’ quanto riporta l’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione San Michele, firmata lo scorso anno dal gip torinese Elisabetta Chinaglia. Nei giorni scorsi, però, la prefettura di Milano ha ribaltato questo punto di vista, emettendo un’interdittiva nei confronti di Set Up Live. aggiudicataria anche degli appalti per alcuni padiglioni di Expo 2015, e sostenendo che c’è il rischio di infiltrazioni mafiose all’interno della società. L’inchiesta torinese, condotta dai pm Roberto Sparagna e Antonio Smeriglio, aveva permesso di individuare una nuova cellula di ‘ndrangheta in provincia, facente riferimento alla cosca Greco di San Mauro Marchesato, nel Crotonese. I due rami del processo, uno per chi ha scelto il rito abbreviato e l’altro per chi ha deciso per quello ordinario, si apriranno i prossimi 14 e 15 settembre. Nel dibattimento si parlerà anche di Set Up Live. Secondo l’ordinanza, Adolfo Crea e Giacomo Lo Surdo, già condannati per la maxi-inchiesta Minotauro, anch’essa sulla diffusione della ‘ndrangheta, avrebbero estorto ripetutamente biglietti a La Rosa con l’intermediazione di Luigino Greco, arrestato nell’inchiesta San Michele. Secondo i magistrati torinesi i tre avrebbero avuto un “atteggiamento palesemente intimidatorio” nei confronti della vittima, ma la prefettura di Milano osserva che quest’ultima non ha mai sporto denuncia. La Rosa, inoltre, è il padrino di battesimo del figlio di Greco. Per questa ragione, secondo la prefettura milanese, non vi sarebbe un rapporto di estorsione ma un “legame di comparaggio”. La Set Up Live ha presentato ricorso al Tar della Lombardia.