La Corte d’Appello di Catanzaro, presieduta da Giancarlo Bianchi ha assolto l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole, e il marito Francesco Pugliese, confermando così la sentenza di primo grado dall’accusa di turbativa d’asta e voto di scambio politico mafioso. l’impianto accusatorio della Dda di Catanzaro in Appello non ha retto confermando interamente quanto stabilito dal Tribunale di Crotone nell’ambito del processo “Insula”. L’accusa contestata a Carolina Girasole era quella di essere stata eletta sindaco, in occasione delle amministrative del 2008, in cui era candidata con la lista civica Sinistra Arcobaleno, con l’aiuto dei voti della cosca Arena, ottenuti anche grazie alla mediazione del marito. A Carolina Girasole veniva anche contestato di avere favorito gli Arena, nella raccolta di un campo di finocchi su un terreno confiscato. Una vicenda giudiziaria iniziata il 3 dicembre 2013 quando i finanzieri bussarono in casa dei coniugi Pugliese per notificare un provvedimento di custodia cautelare emesso dal gip distrettuale Abigail Mellace. Entrambi furono scarcerati dopo ben 155 giorni di arresti domiciliari nel maggio del 2014, quando la Dda di Catanzaro chiese il giudizio immediato nell’ambito del procedimento Insula.
L’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto ed il marito sono stati difesi dagli avvocati Mario e Marcello Bombardiere che avevano presentato una memoria difensiva di ben 130 pagine in cui venivano ricostruiti, minuziosamente, tutti i passaggi burocratici attraverso atti pubblici. Diverse le ricostruzioni di una serie di errori che portarono all’arresto dell’ex sindaco. Finisce dunque un incubo durato sei anni per Carolina Girasole e la sua famiglia.
Assolti anche l’ex assessore Domenico Battigaglia e il dirigente comunale Antonio Calabretta, accusati di turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Assolti dall’accusa di abuso d’ufficio e turbativa Pasquale Arena e Paolo Lentini. Condannati a 3 anni e 6 mesi, per turbativa d’asta il boss Nicola Arena, e gli imprenditori Antonio De Meco. Dall’accusa di associazione mafiosa sono stati assolti Nicola Arena, il figlio Pasquale e Francesco Ponissa, quest’ultimo condannato a 4 anni di reclusione per estorsione.
