Natale Badalamenti, autotrasportatore palermitano di 65 anni residente a Casalgrande (Reggio Emilia), è stato rinviato a giudizio dal gup Domenico Panza del tribunale di Bologna, con l’accusa di false informazioni rese alla Procura. Il processo si terrà a ottobre. Era stato chiamato a testimoniare al maxi-processo Aemilia contro le infiltrazioni di ‘ndrangheta nella regione: compare nei capi di imputazione come vittima di estorsione di Antonio Silipo e Nicolino Sarcone, considerati i vertici della consorteria emiliana e condannati nel secondo grado dell’abbreviato, rispettivamente a 14 e 15 anni di carcere. Silipo e Sarcone, secondo le ricostruzioni dell’accusa, avrebbero costretto Badalamenti a ridurre un debito di 150mila euro che il siciliano aveva nei confronti dell’imprenditore cutrese Domenico Bonifazio, residente a Reggiolo, cedendogli tre mezzi e un assegno di 24mila euro. Il tutto attraverso intimidazioni personali e minacce che sarebbero avvenute fra marzo e dicembre del 2012. Nello stesso periodo (la notte del 6 dicembre 2012) nove camion della ditta di trasporto di Bonifazio andarono a fuoco. Badalamenti pochi giorni dopo, il 14 dicembre 2012, venne perquisito dai carabinieri e nella sua abitazione vennero trovati circa 300 proiettili di vario calibro e tre pistole e per questo venne arrestato. Si era giustificato dicendo di detenere quelle armi ‘clandestine’ per legittima difesa, dopo aver subito diversi furti in passato. Oggi, invece, il rinvio a giudizio per falsa testimonianza nell’ambito del processo Aemilia.

Aemilia: un rinvio a giudizio per falsa testimonianza
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