E’ composta da 1390 pagine la motivazione della sentenza “Aemilia” che si è conclusa ad aprile e ha portato a 58 condanne in abbreviato, 17 patteggiamenti e 12 assoluzioni.Nelle motivazioni emerge una struttura mafiosa ben radicata ed estesa che fa emergere un dato caratterizzante “la fuoriuscita dai confini di una microsocietà calabrese insediata in Emilia, all’interno della quale si giocava quasi del tutto la partita, sia quanto agli oppressori che alle vittime”.“Nell’indagine Aemilia si assiste alla rottura degli argini” da parte della criminalità calabrese in Emilia dove “la congrega è vista entrare in contatto con il ceto artigianale e imprenditoriale reggiano, secondo una strategia di infiltrazione che muove spesso dall’attività di recupero di crediti inesigibili per arrivare a vere e proprie attività predatorie di complessi produttivi fino a cercare punti di contatto e di rappresentanza mediatico-istituzionale“. A dichiararlo è il Gup Francesca Zavaglia che in riferimento alle finalità dell’associazione sostiene”permangono quelle della commissione di numerosi e variegati delitti” sostenendo inoltre che “di nuovo rispetto al passato vi è l’ingente entità dei valori trattati e la complessità delle strategie poste in essere all’interno di una finalità di più ampio respiro, volta alla gestione delle attività economiche nonché al controllo di interi settori dell’imprenditoria locale”».E’ invece attesa per il 2017 la sentenza del processo Aemilia in fase dibattimentale e in svolgimento nell’aula bunker del Tribunale di Reggio Emilia che vede alla sbarra quanti non avevano fatto richiesta di rito abbreviato.

Aemilia: Depositate le motivazioni della sentenza del rito abbreviato
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