Il presidente Sergio Chiamparino ha convocato per domani alle ore 10 la Conferenza delle Regioni. Numerosi i temi all’ordine del giorno, tra cui: lo schema di convenzione tra il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e le singole Regioni sui servizi per l’impiego; l’esame e l’approvazione del ‘Manifesto di Termoli’ sulle trivelle e il confronto sulle problematiche relative ai sistemi di allertamento meteo e pianificazione e gestione delle emergenze. Nella commissione Ambiente della Conferenza delle Regioni approda il Manifesto di Termoli, documento elaborato dall’Assessore Berlinguer al termine della prima riunione delle Regioni adriatiche e ioniche che vollero, alla fine di luglio, dire Stop ai permessi di ricerca di idrocarburi a mare. Allora si trattava di Marche, Abruzzo, Molise, Puglia Basilicata e Calabria. Allora furono sei le Regioni firmatarie. Oggi la Conferenza riunisce tutte le Regioni italiane.Il Manifesto non contiene pregiudizi o veti. È viceversa un documento che chiede con forza al Governo di chiarire e condividere con le comunità territoriali quali sono i suoi indirizzi di politica energetica nel settore degli idrocarburi. In modo da poter aprire un tavolo al quale partecipare tutti e poter finalmente comprendere ciò che sta accadendo, senza doverlo «scoprire» di volta in volta dagli atti amministrativi conseguenti.Quali giacimenti sono stati individuati? Dove? Come e quando il Governo intende sfruttarli? Si possono individuare di comune accordo aree nelle quali le coltivazioni sono precluse? come avvenne con la l.9/91? E perché, ad esempio, i golfi di Napoli e Salerno sono considerati off limits per la coltivazione di idrocarburi e quello di Taranto no? Ancora: quale protezione ambientale può essere garantita? Quali benefici alle comunità territoriali? Sono questi taluni degli interrogativi che il Manifesto di Termoli pone, nella prospettiva di un dialogo tra istituzioni che sinora è oggettivamente mancato.